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Marco Gatti fa i conti in tasca alla maggioranza e richiama tutti all’ordine, ma dopo Rete e DML, anche PSD e Alleanza Riformista hanno messo alcuni paletti. DC sempre più sola

Il Segretario alle finanze Marco Gatti, dopo gli schiamazzi e gli scivoloni della sua maggioranza, ha cercato di darsi un tono, rivendicando la bontà del progetto sul Distretto Economico Speciale. “Il Des ‒ ha spiegato ‒ è un progetto complesso, fuori dai canoni degli interventi che la Repubblica di San Marino è abituata a trattare. Si è deciso di proporlo al paese nella maniera più trasparente possibile, avviando un iter legislativo ordinario, senza forzature e dando a tutti la possibilità di presentare osservazioni, modifiche e di richiedere chiarimenti».
Queste affermazioni suonano un po’ vuote dato che anche gli alleati di governo, oltre alle forze di opposizione e ai sindacati, hanno più volte lamentato lo scarso confronto e la poca trasparenza del progetto di legge.
In ogni caso, secondo il Segretario Gatti, la colpa della colossale débâcle di questi giorni sarebbe da attribuire a «chi, sottraendosi a questo confronto, ha deciso di giocare una partita politica dedicando i propri sforzi a divulgare informazioni senza fondatezza, non solo nella sostanza ma anche di carattere tecnico, generando perplessità e allarmismo diffusi anche all’interno dei movimenti di maggioranza».  
Quello del Segretario Gatti rischia di essere il canto del cigno della maggioranza, perché ‒ al di là delle comprensibili, ma improbabili ‒ aspettative del Segretario alle finanze, il progetto di legge è stato affossato anche dai partiti che sostengono il governo.
Dopo la presa di distanza di Rete, e il comunicato con cui Domani – Motus Liberi si è compiaciuto della sospensione del progetto, è stata la volta del PSD, che pur affermando che non vi è stata alcuna frattura in seno alla maggioranza (come se quello che è successo fosse normale dialettica politica), ha posto alcuni paletti, invitando le altre forze di maggioranza a non «ignorare il fatto che questo è l’anno del termine del negoziato dell’Accordo di Associazione, di preparazione al rinnovo del debito internazionale e dovrebbe anche essere quello in cui si definisce la strategia per rendersi maggiormente autonomi sulla energia e sull’acqua». Ha quindi sollecitato «tutte le forze di maggioranza a compattarsi rispetto a tali urgenze condivise». Da qui alla fine della legislatura ‒ prosegue il PSD ‒ è bene concentrarsi sul «Programma e le proposte più utili e necessarie per la collettività». Ciò equivale a dire che il DES non rientra nel programma e, tanto meno, è utile o necessario per il Paese. A buon intenditor poche parole.
Infine, in ordine di tempo, è arrivata la presa di posizione di “Alleanza Riformista” che non ha nascosto il proprio disappunto rispetto a una situazione che definisce “stucchevole”. Pur preferendo non «cavillare a posteriori su quanto accaduto» e non «addentrarci in discussioni sterili», il movimento di Berti ritiene necessaria «una iniziativa di Governo capace di reggere i bisogni della comunità nonostante si sia entrato nell’ultimo anno e mezzo di legislatura». Insomma, neanche Alleanza Riformista ha apprezzato questo salto nel buio.
A questo punto è inevitabile constatare che la DC è la sola forza politica a essersi spesa e a spendersi per questo famigerato DES, a costo di far implodere la maggioranza. Ma la granitica compattezza interna al partito rischia di cedere. Ora che la DC è rimasta con il cerino in mano, alcuni pretendono spiegazioni. Non tutti, a quanto si apprende, sono disposti a rimetterci la poltrona per colpa di Enrique Bañuelos de Castro e… di Marco Gatti.  

TE   

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