Come ci adattiamo ai cambi di stagione?

Finalmente è arrivata la primavera 2023. Che anche quest’anno cade il 20 marzo rispetto alla data tradizionale del 21 marzo: del resto, l’ultima volta che abbiamo festeggiato l’equinozio di primavera il 21 marzo è stato nel 2007; non solo: l’equinozio di primavera continuerà a cadere il 20 marzo fino al 2102.
Ai cambi di stagione l’uomo si adatta grazie a un nucleo cerebrale composto da circa 20mila neuroni, piuttosto piccolo se si considera che un cervello medio contiene circa 86 miliardi di neuroni e altri 85 miliardi di cellule non neuronali. È il nucleo soprachiasmatico, uno dei gruppi di neuroni che formano l’ipotalamo, struttura che si trova alla base del cervello. Può essere definito il nostro orologio interno, tant’è che una sua lesione compromette il ciclo sonno-veglia. Infatti, è qui che vengono regolati i ritmi circadiani, cioè i cambiamenti psico-fisiologici nell’arco delle 24 ore, dal metabolismo alla temperatura corporea.
Questione di luce. È lui che orchestra l’adattamento dell’organismo alle variazioni della luce diurna con l’alternarsi delle stagioni. Studiando il cervello dei topi, che funziona in modo simile a quello umano, alcuni scienziati dell’Università della California, a San Diego, hanno osservato che, in base alla luce, i suoi neuroni cambiano tipo e quantità di neurotrasmettitori, condizionando l’attività cerebrale e di conseguenza i comportamenti quotidiani. Le informazioni sono inviate loro da cellule specializzate della retina.
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