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Rossano Fabbri fa il “salto della quaglia”, ma non vuole che si dica

Su Banca Centrale si consuma l’ennesimo scontro in Consiglio Grande e Generale, nel frattempo il memorandum con Banca d’Italia resta un miraggio

La sensazione, ormai diffusa in tutti gli schieramenti politici, è che Catia Tomasetti pensi solo alle sue beghe personali. Nonostante le molte promesse fatte all’inizio della sua presidenza, nulla è stato realizzato. Le problematiche operative, le criticità, le inadempienze segnalate dal Dott. Giacomo Volpinari sono rimaste in tutta la loro gravità. Anche il famoso memorandum con Banca d’Italia è lontano dall’essere sottoscritto. Il Segretario Gatti ha dichiarato che l’obiettivo del Governo è far sì che, anche dopo l’accordo di associazione con l’UE, la vigilanza sulle banche sammarinese resti affidata alla Banca Centrale. Il problema è proprio questo. Il governo non vuole che qualche autorità europea possa svolgere controlli sulle banche. Tutto deve rimanere com’è, come se la vigilanza di Banca Centrale avesse fatto qualcosa di buono per prevenire i disastri bancari che, guarda caso, si sono verificati tutti dopo la sua istituzione. Intanto i risparmiatori scappano da San Marino.

LA TOMASETTI NON DEVE PENSARE SOLO ALLE SUE QUESTIONI PERSONALI 

La non accettazione dell’incarico del dott. Giacomo Volpinari, già dimissionario, quale membro del Consiglio Direttivo di Bcsm ha acceso il dibattito in aula consiliare. Nel corso del dibattito Libera propone un Ordine del giorno, sottoscritto anche da Repubblica Futura e dai consiglieri del Gruppo misto di minoranza per “invitare il Presidente della Commissione consiliare Finanze a convocare un’audizione del Consiglio Direttivo di Bcsm, incluso il membro dimissionario dott. Giacomo Volpinari”. L’Odg delle opposizioni viene respinto con 25 voti contrari e 10 a favore. Per Emanuele Santi, Rete “Volpinari poteva rappresentare un valore aggiunto per le tante sfide cui è chiamata a rispondere Bcsm nei prossimi mesi”. Alessandro Bevitori, Libera, esprime preoccupazione “per come sta emergendo la gestione del Consiglio direttivo di Bcsm” e sottolinea che “il dott. Volpinari ha segnalato inadempienze per l’attività di Banca centrale e segnalato problematiche operative, di perdita di serenità nello svolgimento del suo incarico nel consiglio direttivo e mi pare queste criticità non siano state risolte. Ci era stato detto di non preoccuparci, perché le dimissioni erano rientrate. Invece oggi ci si chiede di soprassedere alla nomina”. Evidenzia poi che “Libera è l’unico gruppo che non ha una sua figura di riferimento e non siamo informati di quanto avviene in Consiglio direttivo”. “Volpinari ha messo per iscritto una frase da prendere sul serio: ci ha detto che ha perso serenità nello svolgere il compito assegnatogli dal Cgg. Vorrei sapere perché – interviene Nicola Renzi, Rf – E il Consiglio nell’ultima seduta non solo ha rigettato le dimissioni, ma ha rassicurato la sua fiducia a quel membro per un secondo mandato. O siamo impazziti, perché abbiamo votato qualcuno di cui non si ha fiducia, o abbiamo preso seriamente quello che ha scritto”. Aggiunge: “Se la legge prevede che il consiglio direttivo sia composto da 5 persone oggi l’organismo permane menomato. Le questioni da chiarire sono due: che il Consiglio pretenda di capire cosa sia successo all’interno del Consiglio direttivo e seconda cosa, perché questa persona non si è sentita di accettare una nomina fatta all’unanimità del parlamento”. Per Iro Beluzzi, Libera, “Sarebbe stato opportuno dare lettura anche della lettera di non accettazione da parte del dott. Volpinari in modo tale che anche la cittadinanza fosse edotta delle motivazioni che hanno portato alla non accettazione. Io considero questo passaggio estremamente grave”. “Credo sia una pagina spiacevole quella di oggi – afferma Matteo Ciacci, Libera – Ma il tema di discussione è la visione che ha il movimento Rete legato a Bcsm. Volpinari doveva essere un po’ il ‘kamikaze’ di Banca centrale e aprire il fronte legittimo di Rete per cambiare traiettoria rispetto all’attuale Bcsm. La questione quindi non è legata solo a Volpinari ma alla strategia e a quello che succederà a maggio, con la nomina del nuovo presidente di Banca centrale. È tutta qui la partita, se diamo continuità al presidente di Banca centrale Catia Tomassetti, oppure no. È questo il nodo politico”. Aggiunge: “Le sfide che ci attendono sono rilevanti e il presidente Tomassetti non deve occuparsi solo delle questioni legate alla sua persona, ma deve ora dare input al Memorandum con Banca d’Italia e alla questione dell’Accordo di associazione. Volpinari ha cercato di gestire una situazione che purtroppo gli è scoppiata in mano e oggi ci troviamo a discutere di un’ennesima situazione imbarazzante”. Per Ciacci “per riuscire ad affrontare un dibattito serio sulla nomina del nuovo presidente di Bcsm” è opportuno che “in Commissione Finanze Volpinari ci chiarisca quali sono state le criticità, gli scontri e i confronti avuti con il presidente Tomasetti e con il Dg Andrea Vivoli”. Per Francesco Mussoni, Pdcs, l’intervento di Ciacci va “fuori tema. Prendiamo atto della non accettazione – aggiunge – Il non può riconsiderare e ridiscutere all’infinito”. Giovanni Zonzini, Rete, spiega che “quando abbiamo rifatto la nomina del dott. Volpinari vi erano condizioni per cui c’era la disponibilità del professionista a intraprendere un certo percorso, poi il professionista ha rinunciato all’incarico che avevamo offerto nuovamente”. Respinge l’accusa di “strumentalizzazione politica”, e spiega: “Il nostro movimento ha dato massima disponibilità a Volpinari, respingiamo l’accusa che la rinuncia viene per mancanza di copertura politica. La fiducia poi gli è stata rinnovata non solo da Rete, ma da tutto il Consiglio. E dovremo rallegrarci che questa sarà l’unica presidenza di Bcsm che arriva alla scadenza del suo mandato”. “Vogliamo capire veramente cosa c’è dietro a questa rinuncia – interviene Giuseppe Maria Morganti, Libera – Se sono solo divergenze, si esplicano in dibattiti e sintesi. Se ci sono questioni più rilevanti significa che ci sono punti di vista diversi rilevanti sul futuro e questo riguarda il futuro della Repubblica, non solo di un organo collegiale”. Per Marco Gatti, Segretario di Stato per le Finanze, “ci sono ancora gruppi di potere che hanno interesse a far sì che Banca centrale perda l’autorevolezza che si sta riconquistando a fatica in questi anni di lavoro, dopo la gestione Grais-Savorelli. È la Banca Centrale che ha ripreso a dialogare con Banca d’Italia. È una Banca centrale che è al tavolo degli accordi di associazione per discutere della vigilanza in termini di integrazione del nostro sistema con l’Ue, una vigilanza che vogliamo sammarinese. E quindi non accetterò di sentire qui, in quest’Aula mettere in discussione l’autorevolezza che Banca Centrale si sta conquistando quotidianamente, con professionalità e con il lavoro”. Nicola Renzi, Rf, chiarisce: “Nel dibattito sono emerse due notizie importanti: la prima ce l’ha data Zonzini, dicendo che in un primo momento abbiamo avuto disponibilità di Volpinari ma poi ci ha ripensato. L’altra cosa di rilievo è stata comunicata dal Segretario Gatti. È lecito che un governo abbia la sua visione sulla vigilanza del sistema bancario e tratti la cosa, noi non lo sapevamo che il governo sta trattando per una vigilanza sammarinese. Questo dibattito quindi non è stato vano. Poi sulle presidenze di turno ognuno avrà le sue valutazioni. Io credo che nessuno possa difendere la Banca centrale di Grais e Savorelli, ma sinceramente credo che fare valutazioni sull’efficacia o sull’efficienza dell’attuale Banca centrale non sia un delitto di lesa maestà e che sia lecito nel rapporto dialettico, per evidenziare che magari ci sono cose che vanno bene o meno”

da L’Informazione del 22 febbraio 2023

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