Il fallimento della legge sulle risoluzioni bancarie: ciò che resta delle promesse del Governo e di Banca Centrale è che gli ex clienti di Banca CIS non possono avere indietro i loro soldi

Niente è andato come promesso dal Governo e dai tecnici di BCSM, che hanno scritto il testo della legge sulle risoluzioni bancarie. Le promesse di Banca Centrale sono rimaste irrealizzate. Al loro posto si è concretizzata una triste realtà: quella dei correntisti che non possono riavere i loro soldi.
LA BEFFA AI RISPARMIATORI EX BANCACIS ARRIVA SU SCALA NAZIONALE
UN RISPARMIATORE: “A novembre ho cercato di svendere quei titoli nel mercato interno. I bancari mi hanno riso in faccia”
Come Bns di proprietà al 100% di Banca Centrale, abbia gestito il recupero degli attivi dell’ex Baca Cis, resta un mistero, rinchiuso per ora nella segretezza della Commissione Finanze, ammesso che in quella sede siano state date risposte. C’è un dato di fatto, però, che la legge sulle risoluzioni bancarie non ha dato i frutti promessi. Gli attivi che pure c’erano non sono stati recuperati, o recuperati parzialmente o malamente, dato che chi doveva avere indietro i propri soldi, i correntisti, non li ha avuti e si è visto rimandare di decenni il ritorno dei propri denari. Lo rileva anche Milano Finanza, che pure in una prima fase aveva rilanciato le promesse di tutela dei correntisti spese dalla politica, ma anche da Banca Centrale che aveva valutato di non procedere alla cessione dell’istituto commissariato, Banca Cis, a beneficio di una legge sulle risoluzioni bancarie che sarebbe dovuta essere una panacea per i mali di tutti: dei risparmiatori che avrebbero riavuto i loro soldi in pochi anni… e non è andata così; i dipendenti, che si sarebbero visti ricollocare tutti dalle operazioni successive di recupero degli attivi e degli Npl… e non è andata così con numerosi licenziamenti; lo stato che avrebbe dovuto vedere in buona parte recuperare, dal lavoro sugli Npl, i fondi pensione… è non è andata così. Di tutto questo niente è andato come promesso dalla politica e neppure dai tecnici di Bcsm. Così anche l’autorevole quotidiano di settore Milano Finanza, che a luglio 2022 titolava “La Banca Centrale di San Marino salva Banca Cis”, oggi deve tornare sui suoi passi e ricredersi, tanto da titolare “Beffa a San Marino: risparmi trasformati in bond invendibili” nell’edizione cartacea e, sul web, “Shock a San Marino: la Banca Nazionale converte risparmi in bond senza mercato”. Cosicché emerge chiaro che Bcsm non solo non ha salvato Banca Cis, ma neppure pare abbia fatto di tutto per recuperare il recuperabile. Emblematico l’episodio, ancora non chiarito, dei 10 milioni sottoposti a confisca che sarebbero “spariti”. Il dato di fatto che pone comunque perplessità nelle centinaia di risparmiatori, tra i quali molti italiani, è che le somme eccedenti i 100mila euro che sarebbero dovute tornare tutte entro il 2022, 2024 e 2026 – a seconda degli importi, sui conti dei risparmiatori, non ci sono e sono state sostituite con dei bond invendibili. Quello che a San Marino è noto, ovvero la beffa ai correntisti, ora viene rilanciata anche dai giornali italiani. Che sottolineano come le obbligazioni di Bns, che oggi non esiste più, siano stati trasformati in titoli di Stato “con scadenza decennale e la remunerazione annua dell’1%, ben poca cosa quando si ha a che fare con un’inflazione a due cifre”, scrive Milano Finanza nell’articolo a firma di Nicola Carosielli. E che i titoli di stato, per i quali il Segretario alle finanze aveva caldeggiato la nascita di un mercato interno, siano invendibili, lo attestano i risparmiatori stessi. “Il trattamento riservato ai correntisti è vergognoso. Dopo 3 anni devono sentirsi dire di aspettare addirittura altri venti, senza neppure avere la possibilità non tanto di vendere, ma neppure di svendere i propri risparmi al 40-50% del loro valore. Io stesso – ci racconta uno di loro – a novembre misi in vendita ad una banca sammarinese i miei risparmi di famiglia, trasformati in questi titoli per 87mila euro, ma ad oggi nessun riscontro. Addirittura i bancari mi ridono in faccia”. Altro che mercato interno dei titoli! Ma tutto questo pare non interessare né al governo, che ha emesso i decreti per il congelamento decennale dei titoli, né alla Banca Centrale che con entusiasmo aveva dato ad intendere che la legge sulle risoluzioni bancarie fosse quanto di meglio potesse capitare ai risparmiatori.
da L’Informazione del 6 febbraio 2023