Dopo gli investimenti andati male, i crolli in borsa e i fallimenti, Bañuelos ha trovato rifugio, anzi residenza, a San Marino

Enrique Bañuelos è sempre stato al centro delle cronache. L’imprenditore spagnolo è una delle figure più emblematiche della famigerata bolla immobiliare. Astroc, la più famosa società di Bañuelos, è stata protagonista di uno dei maggiori crolli del mercato azionario mai registrati in Spagna.
Enrique Bañuelos, anche dopo aver lasciato il suo paese, ha continuato ad essere oggetto di attenzione ma, a distanza di dieci anni dal fallimento Astroc, è praticamente impossibile trovare notizie positive sul suo conto.
Negli ultimi tempi si è parlato molto di Bañuelos a proposito dalle Free Zone di Barcellona: il complesso industriale di circa 500.000 mq costituto dall’ex stabilimento Nissan, la società giapponese che ha abbandonato la Spagna e ha licenziato migliaia di dipendenti. Le autorità spagnole hanno deciso di riqualificare l’area e, per farlo, sono disposte a concedere agli investitori molti benefici fiscali. Inizialmente alcuni importanti gruppi industriali avevano mostrato interesse, ma è durato poco. La cinese Great Wall Motors, che aveva presentato domanda, in seguito l’ha ritirata. Anche Cherry, un altro gruppo automobilistico cinese, si è interessato al terreno, ma la sua proposta non è mai stata formalizzata. Nemmeno l’annunciata offerta di Mecalux e Merlin è andata in porto.
Alla fine il “Barcelona Free Zone Consortium” ha ricevuto una sola proposta. Già di per sé il fatto che sia stata fatta una sola offerta è una brutta notizia. Se, poi, il gruppo che aspira a deindustrializzare l’ex stabilimento Nissan è riconducibile all’imprenditore Enrique Bañuelos, allora la vicenda assume sfumature quasi tragiche.
Il precedente di BCN World (ne abbiamo parlato il 25 gennaio 2023 nella seconda parte) dovrebbe bastare a generare una buona dose di diffidenza. Per chi si fosse distratto, ricordiamo che il progetto per la realizzazione di resort con alcuni grand hotel, casinò e aree commerciali venne annunciato in pompa magna nel 2012. I lavori avrebbero dovuto essere ultimati nel 2016, ma tutto è rimasto fermo. Un decennio dopo il clamoroso annuncio, Bañuelos non ha fatto nessuno degli investimenti promessi.
Se ancora esistono dubbi su chi sia Enrique Bañuelos, basterà ricordare cos’è successo con Astroc, Veremonte, e, da ultimo, Inzile, la società produttrice di veicoli elettrici controllata da Bañuelos, dichiarata fallita nel novembre 2022 (ne abbiamo parlato nella quarta parte).
Per il progetto “Barcelona Free Zone” il recente fallimento di Inzile è un duro colpo visto che la società fallita faceva parte proprio del progetto per la riqualificazione dell’area. Adesso l’intera operazione è a rischio, non solo reputazionale, ma anche operativo.
Le preoccupazioni e le incertezze sono tante. Nel frattempo, però, Enrique Bañuelos ha preparato un piano B, un piano di emergenza, un diversivo da usare alla bisogna.
Bañuelos da tempo ha contattato gli esponenti del governo di San Marino, ai quali ha proposto di fare quello che ha sempre promesso (e mai realizzato) in Spagna, in Brasile, a Capo Verde, ossia un grande centro di attrazione degli investimenti esteri grazie alla riduzione delle tasse e a procedure autorizzative particolarmente morbide.
Il governo di San Marino deve avere abboccato, tant’è che ha subito preparato un progetto di legge ad uso e consumo di Enrique Bañuelos.
Il Distretto Economico Speciale assomiglia molto, anzi moltissimo, alla “Free Zone” di Barcellona, o al BCN World mai realizzato in Tarragona, o alla “Little Africa” il progetto da realizzare (ma rimasto sulla carta) sull’isola di Maio a Capo Verde.
Quello elaborato dalla Segreteria alle finanze è un disegno di legge da contorni oscuri, proprio come piace a Bañuelos.
A San Marino l’imprenditore spagnolo si sente a casa. Non solo ha già costituito la società “San Marino District” (il nome della società la dice lunga su una legge che è un eufemismo definire ad personam), ma da qualche tempo ha trasferito la residenza proprio a San Marino.
A darne la notizia è stato, più di un anno fa, il giornale “El Confidencial” in un articolo del 10 gennaio 2022 intitolato “I ricchi spagnoli sbarcano nei rifugi fiscali italiani” (“Lo ricos espanoles desembarcan en los refugios fiscales italianos”).
Il giornale iberico scriveva che “Bañuelos ha costituito lì”, ossia a San Marino, “la società San Marino District con la quale vuole sviluppare un progetto di lusso che include hotel, ville, centri benessere, ristoranti di alto livello, scuole internazionali e banche private per rivitalizzare il Paese, che ha sofferto la fuga dei ricchi quando le autorità europee hanno avviato un’indagine per riciclaggio di denaro. Il progetto è quello di creare quello che viene chiamato il Distretto Economico Speciale (DES) in modo che i residenti fiscali non residenti che trascorrono un minimo di 90 giorni e un massimo di 180 nel Paese godano di un regime generoso. Un’iniziativa non priva di polemiche. L’investitore, che ha una grande villa a Londra, un castello a Maiorca e altri progetti a New York, sta già attraversando la capitale fortificata di San Marino”.
Insomma, sembra proprio che i giochi siano stati fatti. Spiace dover constatare che i giornali iberici sapessero un anno fa quello che ancora viene tenuto nascosto ai cittadini sammarinesi. Ma tant’è questa è la trasparenza di chi governa San Marino.
Il punto però è che, a dispetto delle polemiche delle ultime settimane, il governo ha già deciso di fare tutto quello che Bañuelos vuole, ignorando i numerosi precedenti che dimostrano che Bañuelos è un abile cacciatore di affari, che cerca il sostegno delle amministrazioni pubbliche per lanciare progetti mirabolanti, che gli servano come volano pubblicitario per altre iniziative speculative. Questi progetti, sono sempre gli stessi con poche modifiche e ‒ quando va bene ‒ rimangono sulla carta quando va male, si trasformano in immani (non è un’esagerazione) catastrofi finanziarie. Nell’uno come nell’altro caso si devono soppesare le ingenti spese sostenute dalla collettività, le perdite lasciate a carico degli altri soci, i molti procedimenti giudiziari e le tante violazioni urbanistico-ambientali.
Vien da dire che ha ragione il Segretario del CSdL Merlini che, dopo aver letto il progetto di legge sul DES, ha commentato: “Evidentemente, c’è ancora una ampia fetta di politica che insegue il mito dei soldi facili per il nostro paese”.
Beh, c’è molto altro dietro il DES: l’incapacità della classe politica di progettare un futuro per San Marino che poggi su solide basi. È più facile affidarsi all’uomo venuto da lontano, che promette ricchezza e che si ammanta di un successo imprenditoriale che non ha. Sì, lo sappiamo tutti, Bañuelos nel 2007 era stato inserito da Forbes nella lista degli uomini più ricchi del mondo (formata da coloro che hanno un patrimonio superiore al miliardo di dollari). Allora la sua ricchezza era stimata in 7,7 miliardi di dollari.
Il governo di San Marino, però, farebbe bene ad aggiornare i suoi dati. Di quelle fortuna, a Bañuelos è rimasto ben poco. Già nel 2008, dopo il tracolo di Astroc, Banuelos aveva perso 6.4 miliardi. Nel 2015 Forbes lo ha cancellato dalla lista (il suo patrimonio non raggiungeva il miliardo di euro) e la sua ricchezza è stata ulteriormente erosa dalle perdite dalla società brasiliana Veremonte e dal fallimento di Inzile avvenuto nel 2022. A ciò si aggiungano i contenziosi multimilionari con gli ex soci.
Insomma Banuelos non è l’uomo della Providenza e neppure un uomo in grado e di fare investimenti. Non è un caso che, negli ultimi dieci anni, ogni volta che si trattava di tirare fuori i soldi, Banuelos si sia ritirato dalla scena.
C’è ancora molto da fare per assicurare benessere ai sammarinesi. Le scorciatoie, le furbate, gli espedienti hanno vita breve.
TE