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Il disastro svedese di Enirique Bañuelos: dal crollo in borsa al fallimento di Inzile (Quarta Parte) 

È finita in tragedia anche l’avventura imprenditoriale svedese di Enrique Bañuelos. Nel 2021 l’imprenditore spagnolo aveva messo gli occhi su Inzile, il produttore svedese di veicoli elettrici.   

Gli azionisti dell’azienda automobilistica avevano accettato l’ingresso di Bañuelos e, allo scopo, avevano eseguito un aumento di capitale. Ma di lì a poco sono iniziate manovre opache che molto ricordano quanto accaduto con la società immobiliare Astroc.   

Enirique Bañuelos ha lanciato un’opa nel giugno 2021. Dopo un’iniziale impennata del prezzo delle azioni, è iniziato un calvario borsistico che è durato per oltre un anno, con una emorragia che ha fatto sì che Inzile lasciasse sul campo oltre il 90% della sua capitalizzazione. Il titolo Inzile è crollato del 95,55%, passando da una capitalizzazione di 227,3 milioni di euro a 10,12 milioni.  

Nel frattempo, Bañuelos ha continuato a inserire persone di sua fiducia alla guida dell’azienda. Nel consiglio di amministrazione sono entrati la figlia Gloria, Rafael Escanez, Yago Méndez e Juan Carlos del Río. Quest’ultimo è stato nominato nuovo amministratore delegato di Inzile, stessa posizione che ricopriva nella controllata americana di Astroc nel lontano 2006 prima del fallimento della società valenciana.  

Con queste premesse, nel 2022 è arrivato il crollo in borsa. La goccia che ha fatto traboccare vaso è stato l’annuncio di un ordine record di vetture da parte di una società partecipata al 50% dalla stessa Inzile e dal gruppo spagnolo Piñero, riconducibile anch’esso a Bañuelos.   

La reazione del mercato è stata immediata. L’annuncio ha provocato un’uscita massiccia da parte degli investitori, che hanno penalizzato la società per aver basato il proprio modello di business su operazioni con parti correlate, che generano un aumento artificioso del fatturato senza produrre particolare valore aggiunto.   

Il crollo è avvenuto non appena l’informazione è stata diffusa, dopo la seduta della Borsa di Stoccolma. La manovra di cui è stata protagonista Inzile ricorda da vicino l’operazione eseguita da Bañuelos in Astroc, la società immobiliare da lui fondata e che ha messo in scena una spettacolare IPO nel 2006 e un crollo non meno clamoroso pochi mesi dopo. Nel pieno della bolla immobiliare, le azioni Astroc erano salite di valore di oltre il 1.000% in soli nove mesi, una traiettoria segnata, oltre che dall’effervescenza borsistica del momento, da alcuni spettacolari figure di business che, però, avevano un lato oscuro. Ciò è stato confermato dall’audit che Astroc ha messo a disposizione del mercato, in qualità di società quotata, in cui la società ha richiamato l’attenzione sul fatto che quasi il 90% del fatturato di Astroc era relativo ad operazioni con parti correlate, ovvero con società controllate, partecipate o collegate.  

Nel caso di Inzile si potrebbe ben dire che piove sul bagnato, anzi diluvia. Le sue azioni avevano subito una forte perdita a seguito della pubblicazione dell’audit dell’anno 2021, quando è stata effettuata l’operazione che ha reso Bañuelos il suo azionista di maggioranza. Nella relazione, si rileva che la manovra era stata effettuata senza una preventiva valutazione da parte della società svedese degli asset conferiti dall’imprenditore spagnolo nell’aumento di capitale attraverso il quale è stata realizzata l’operazione.   

È stato l’inizio della fine. Nel novembre 2022 il consiglio di amministrazione di Inizile ha chiesto la dichiarazione di fallimento della società. Lo ha fatto davanti al tribunale distrettuale di Stoccolma, che ha accolto la richiesta, nominando un curatore fallimentare.

La società non era riuscita a far fronte alla scadenza di un prestito ponte di circa 50 milioni di corone svedesi in cambio di 4,6 milioni di euro, oltre alle fatture accumulate dal fornitore.  

Il fallimento di Inzile aggiunge incertezza alle molte iniziative che Bañuelos intende mettere in piedi in giro per il mondo. Tra esse la Free zone di Barcellona.   

TE  

Lunedì pubblicheremo la quinta parte

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