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Gli esordi imprenditoriali di Enrique Bañuelos de Castro. Da stella dell’imprenditoria a emblema del crollo della borsa e della bolla immobilare (Prima Parte)

Il successo di Enrique Bañuelos de Castro (Sagunto, 1963) è sempre stato effimero e basato sul coinvolgimento di azionisti di minoranza nelle sue iniziative imprenditoriali. Sono i primi anni del nuovo millennio quando Bañuelos inizia la sua corsa nel settore immobiliare.

Il suo è il ritratto del classico imprenditore. Orfano di padre da quando aveva nove anni, ha iniziato la sua carriera come venditore di miele. Sette anni dopo, appena venticinquenne con una laurea in giurisprudenza, ha iniziato ad assaporare il dolce sapore dei soldi. Ma tre decenni dopo le cose sono andate male. Paradossalmente, la “speculazione” ha finito per divorare la gallina dalle uova d’oro. Lo ha riconosciuto lo stesso Bañuelos, fondatore e allora presidente di Astroc, la società da lui creata dal nulla, elevata al firmamento borsistico e diventata il simbolo della tanto temuta “bolla immobiliare”.

Facciamo un passo indietro: il 24 maggio 2006 Astroc era stata quotata in borsa. Bañuelos aveva inizialmente venduto il 20% della società per circa 150 milioni di euro. Con il 70% del capitale, a poco a poco ha ceduto un altro 20% sul mercato e ha dato accesso a primari investitori istituzionali. Banco Sabadell, mentore dell’IPO di Astroc attraverso il suo broker Ibersecurities, è stato il primo. Successivamente sono entrate Caixa Galicia, Caja Castilla La Mancha e poi la Banca di Spagna. Hanno fatto il loro ingresso anche la famiglia Nozaleda (Inmobiliaria Nozar), i Godias, ricchi catalani, e Amancio Ortega, l’uomo più ricco di Spagna.

Le azioni di Astroc sono aumentate del 1.000% dall’IPO, da 6 a 75 euro per azione, per poi crollare del 95%. Poco prima Bañuelos era riuscito a convincere i Nozaledas e gli Abánades ad assumere debiti per 300 milioni di euro in cambio di azioni. Dopo questa operazione ha ridotto al minimo la sua partecipazione ed è scomparso dalla direzione. Per lui è stata la migliore delle notizie perché subito dopo è iniziato il periodo peggiore della più grande crisi finanziaria degli ultimi decenni. Ma Bañuelos ne era appena uscito indenne, lasciando milioni di perdite sulle spalle degli azionisti. Ecco perché Forbes nel 2007 lo ha inserito nella lista dei miliardari (con oltre 1.000 milioni di dollari di patrimonio) alla 95esima posizione mondiale con 7.700 milioni di dollari di patrimonio stimato.

Astroc ha dovuto persino cambiare nome. L’entrata in crisi della famiglia Nozaleda, che ha subito il crollo dei suoi investimenti in borsa come Colonial, Aisa o la stessa Astroc, ha portato a un altro passaggio di proprietà nella società immobiliare. Ciò che rimane di questa società diventa Afirma Grupo Inmobiliaria, controllata dal costruttore Félix Abánades con il 55% del capitale. Vicente Cotino ha preso il 25% lo scorso febbraio. Bañuelos detiene ancora il 3,3% di Afirma attraverso la holding CV Capital, secondo la CNMV.

A quel punto Bañuelos ha trasferito la sua residenza a New York, con l’intenzione di inserirsi nel ristretto gruppo di uomini d’affari che compongono la cerchia del potere che agisce nell’ombra. Non ha risparmiato sforzi, professionali o d’altro tipo. E’ diventato famoso per una fastosa festa organizzata nel castello di Benidat a Calvià, dove ha riunito più di mille ospiti, tra cui alcune delle personalità più influenti della Spagna.

Enrique Bañuelos è stato capace di organizzare una festa così, così come è riuscito -e questo era più complicato- ad organizzare una paella per 20.000 persone nel cuore di Manhattan con l’obiettivo di promuovere la sua azienda. Bañuelos fece inviare gli ingredienti da Valencia a New York, mentre sperava di costruire quattro grattacieli in questa città. Il suo desiderio di apparire accanto al meglio del mondo degli affari e della cultura lo ha portato alla Casa Bianca. Lì partecipò a un ricevimento offerto da George Bush, con il Principe delle Asturie come ospite d’onore.

L’uomo delle 522.000 voci nel motore di ricerca Google ha saputo vedere prima di altri le opportunità nel settore immobiliare ed è salito sulla cresta dell’onda che anni dopo lo ha travolto.

L’origine della sua fortuna risale alla fine del secolo scorso. La sua agenzia immobiliare, Terra Canet, gli ha permesso di costruire sul terreno dove aveva giocato da bambino. Da quelle cinquemila case ha forgiato il suo particolare impero, con il quale è arrivato a sviluppare quasi diciotto milioni di metri quadrati. Da lì alla quotazione, nel maggio 2006. Si innamora dei mercati e le azioni di Astroc – nome tratto dalle lettere che compongono il cognome della madre Castro – si espandono come schiuma. Nel 2007 era al 3° posto degli uomini più ricchi della Spagna.

Il desiderio di raggiungere maggiori livelli di potere lo portò a compiere operazioni che il mercato punì fortemente, proprio mentre il ciclo immobiliare mostrava i primi segni di esaurimento.

Così, il 18 aprile 2007, quando la borsa è crollata, è iniziato il disastro di Astroc. La società immobiliare aveva debuttato in borsa nel maggio 2006, a 6,4 euro ad azione ed era stata la star value dell’anno, con una rivalutazione del 1.000%. Ma se l’ascesa è stata fulminea, lo è stata anche la caduta. Il valore di un’azione Astroc è passato da 75 euro a meno di 11 in un anno.

Sono bastate poche notizie giornalistiche sulla revisione della società per far tremare il mercato. Il resto è noto. Costretto a abbandonare la presidenza, è stato denunciato dagli stessi azionisti di minoranza. Lo scandalo e i riflettori puntati sulle sue spericolate operazioni hanno indotto Bañuelos a spostarsi.

TE

Seguirà seconda parte

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