Nei prossimi giorni approderà in Consiglio Grande e Generale uno strabiliante progetto di legge sul Distretto Economico Speciale (DES). Altro che trasparenza, legalità, uguaglianza. Questo disegno di legge segna la fine di ogni residua credibilità di RETE

Chi ha voluto il progetto di legge ha paura della sua stessa maggioranza e, pur di sottrarlo al controllo del Consiglio Grande e Generale, ha previsto che il funzionamento del Fondo Sovrano di San Marino e la disciplina dei poteri gestori siano affidati ad un decreto delegato, così da evitare ogni imbarazzo a fronte delle prevedibili proteste delle opposizioni e di una parte dei partiti di governo.
Sono tante le stranezze di questo disegno di legge, a partire dal potere del Fondo di rilasciare garanzie a banche (anche) straniere per sostenere il sistema economico sammarinese. Speriamo che i molti dubbi che sorgono ad una prima lettura vengano presto fugati.
Nella legge si dice che l’imprenditore o imprenditori che costituiranno le società di gestione dei vari Centri Des (non si specifica quanti saranno) inizialmente dovranno versare un capitale di 50 milioni e che in 7 anni dovranno investire 300 milioni. E qui sorge un altro dubbio. Non sarà che l’imprenditore ricorrerà al finanziamento bancario garantito dal Fondo Sovrano? È veramente singolare questo circuito, in cui, al di là dell’apparenza, sarà lo Stato a mettere i soldi. Il Fondo Sovrano infatti appartiene allo Stato e se il Fondo fornisce una garanzia o si impegna finanziariamente, ciò equivale a vincolare lo Stato. Perché il tutto non si risolva nell’ennesima fregatura, sarebbe importante stabilire che lo Stato o il Fondo Sovrano non potranno rilasciare garanzie né potranno fornire altri sostegni finanziari per il DES (e per i clienti di quest’ultimo). In questo modo si eviterebbe che i cittadini debbano farsi carico anche dei debiti DES.
Per di più il progetto di legge prevede per le imprese clienti del DES una tassazione sul reddito del 5% con una imposta minima di 10.000 Euro. La misura di questa imposta è destinata a portarsi per sempre, perché la perdita del regime fiscale privilegiato consegue solo alla revoca dello status di società cliente DES. Un identico trattamento è riconosciuto per le persone fisiche non domiciliate nel DES che potranno, contrariamente alle leggi vigenti, svolgere attività economica con una tassazione sempre del 5% e una tassa minima annuale di 10.000 Euro.
Inoltre è riconosciuto il rimborso integrale dell’imposta sulle importazioni per le vendite al dettaglio a stranieri che hanno ad oggetto materie prime a prescindere dal valore della vendita. Quali siano queste materie prime (gas, materiale nucleare, petrolio, grano, patate e quant’altro) non è specificato.
Quindi le imposte dirette ammontano al 5% mentre la monofase sarà, in pratica, integralmente rimborsata.
Non si capisce quale sia il vantaggio per lo Stato, che rinuncia all’imposizione fiscale senza tuttavia individuare altre entrate. Forse si pensa all’indotto dei mille posti letto previsti nell’albergo di lusso che dovrà essere costruito?
Questa legge ha il sapore di una fregatura, sia per le diseguaglianze fiscali che introduce, sia perché appare ostica da giustificare agli occhi della vicina Italia, che difficilmente gradirà l’iniziativa.
In effetti i paletti per impedire l’ingresso di italiani desiderosi di eludere il fisco del loro Paese sono piuttosto labili e facilmente aggirabili. In base al progetto di legge, le società italiane non potranno entrare nel DES se per 7 anni sono state in Italia. Ma per superare l’ostacolo sarà sufficiente costituire una nuova società a San Marino senza collegamenti con quella italiana e utilizzare un soggetto terzo per intestarsi le quote.
Gli ambiti economici che posso essere attivati, all’interno del DES, sia da società che da persone fisiche sono i seguenti:
a) settore della produzione di beni o di servizi tecnologicamente avanzati;
b) settore dell’economia verde;
c) settore della ricettività e del turismo;
d) settore dell’intrattenimento e del divertimento tesi alla valorizzazione del territorio e dell’offerta turistica;
e) settore del commercio;
f) settore delle arti e della cultura;
g) insediano in territorio attività di direzione, di sviluppo, di marketing, di relazioni internazionali, di formazione, di ricerca;
i) settori sanitario e farmaceutico.
L’unica nota positiva è l’arrivo in territorio dello spagnolo Enrique Bañuelos de Castro, che finalmente darà un po’ di estro latino alla nostra martoriata economia. Almeno lo speriamo.
TE