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Teodoro Lonfernini e Direzione DC ai ferri corti. C’è aria di divorzio in casa democristiana. Il Segretario al Lavoro: “resterò sempre dalla parte dell’onestà”, “meglio soli che male accompagnati”

Sono volate parole grosse nell’ultima riunione della Direzione DC.
Che qualcosa bollisse in pentola, Teodoro Lonfernini lo aveva capito bene, tant’è che neanche si è presentato in via delle Scalette. Alla presenza fisica, ha preferito un collegamento video. E così si è connesso in videoconferenza, mentre tutti i big democristiani erano schierati nella sede del partito.
La partecipazione a distanza di Lonfernini non è bastata a raffreddare gli animi della maggioranza democristiana, che aveva sottomano una lunga lista di scelte, dichiarazioni, iniziative del Segretario al Lavoro non proprio gradite al partito ed era prontissima a rinfacciargli il fatto fatto e il non fatto.
C’è chi dice che la riunione abbia avuto toni molto accesi e che, Lonfernini, costretto alla difensiva, sia arrivato a minacciare le dimissioni dal Congresso di Stato.
Il motivo del contendere è la nomina di Raul Chiaruzzi come Direttore Generale dell’AASS, nomina di competenza del CdA dell’Azienda. Una nomina che Lonfernini ‒ e questo è il problema ‒ ha approvato, nonostante la contrarietà della DC. Già l’anno scorso, quando il CdA aveva designato Chiaruzzi, la DC, per correre ai riparti, aveva indotto il Congresso a fare una delibera con la quale, in poche parole, riduceva il mandato triennale del Direttore dell’AASS ad un solo anno. Sennonché, alla scadenza dell’anno, il CdA ha deciso la conferma dello stesso Chiaruzzi.
Apriti cielo.
La Direzione DC ha chiamato a rapporto il Segretario Lonfernini che, da un lato neanche si è presentato al cospetto degli altri esponenti DC – fatto ritenuto oltraggioso – dall’altro ha lasciato intendere che se la DC voleva “dimissionare” Chiaruzzi, la stessa cosa avrebbe fatto Teodoro Lonfernini, con il rischio di provocare una crisi di governo anzitempo.
La prospettiva di un’uscita dal Governo ha costretto la DC a non alzare ulteriormente i toni, ma la tregua è durata poco. Questa mattina già c’era aria di tempesta. Poche ore fa Teodoro Lonfernini, sul suo profilo privato di Facebook, ha pubblicato un post che sembra la risposta a quanto accaduto nella Direzione DC:

«È proprio vero che in politica chi assume le responsabilità senza guardare al solo consenso personale elettorale ma per cercare di portare avanti gli interessi generali del Paese rimane solo. Molto solo. Guardando al panorama generale politico, meglio “soli che male accompagnati” questo è sicuro per me. Io resterò sempre dalla parte della onestà e delle responsabilità da assumersi consapevole dei rischi che si corrono come consenso».

Lonfernini ha quindi rivendicato la correttezza e la responsabilità del proprio operato politico e di governo. Senza tanti giri di parole ha dichiarato di essere «sempre dalla parte della onestà» a differenza di altri, della cui compagnia è meglio fare a meno. Messaggio molto chiaro.

Vedremo come reagirà la DC.

TE

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