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I fornitori esteri di energia non accettano le fideiussioni dalle banche sammarinesi per il basso rating del sistema paese e per la scarsa affidabilità

Perché un sammarinese dovrebbe fidarsi delle banche locali se i professionisti esteri del settore bancario non si fidano?

da L’Informazione del 31 ottobre 2022

FIDEJUSSIONI PER ACQUISTO ENERGIA, DA ENEL DINIEGO A OPERARE CON ISTITUTI SAMMARINESI

Il sistema bancario sammarinese continua a non godere di troppa fiducia fuori dal confine. L’ultimo accadimento che attesta questa difficoltà, quello reso noto in Commissione finanze nel riferimento sull’aumento delle bollette e sulle dinamiche che impongono questi incrementi. In sostanza, sia il Segretario di Stato con delega all’Aass, Teodoro Lonfernini, sia i vertici dell’azienda hanno comunicato come ci sia stata una problematica non da poco a causa del mancato riconoscimento del sistema bancario e finanziario fuori dal confine. A fronte di ciò non si capisce come si stia muovendo Banca Centrale, a parte gravare con maggiori spese l’assestamento di bilancio, per superare queste problematiche che impattano sul- la credibilità internazionale del sistema bancario. Una domanda che, nell’ultimo Consiglio, si sono posti anche consiglieri di maggioranza. Durante l’audizione dei vertici Aass in commissione il Segretario Lonfernini ha chiarito: “Oggi il problema più oneroso non sono soltanto gli incrementi del costo delle materie prime, ma piuttosto gli oneri di natura fidejussoria, che hanno raggiunto addirittura gli oneri contrattuali” Ed è proprio su questo che gli oneri aumentano, soprattutto se ci si deve rivolgere fuori confine e ad istituti esteri. Infatti gli operatori, per garantire la fornitura di gas, non hanno accettato le fidejussioni fatte dalle nostre banche sammarinesi: per la liquidità, per il rating del sistema paese e per le garanzie. Ci si è quindi dovuti rivolgere a istituti italiani. Lo ha detto molto chiaramente il presidente di Aass, Francesco Raffaeli, ricostruendo la dinamica di quanto accaduto. “Il giorno in cui dovevamo firmare l’operazione – ha detto – è arrivato da parte dell’Enel il diniego di operare con operatori sammarinesi. Quindi le fidejussioni che avevamo richiesto, anche rilascia[1]te da organismi sammarinesi, non erano più adeguate perché i nostri istituti di credito, come noto, non hanno un rating internazionale. Quindi abbiamo dovuto riprendere in mano tutta l’operazione e, con la Carisp che ci ha supportato, ci siamo rivolti ad un istituto italiano. E’ stata una necessità. Un istituto bancario italiano si è offerto di rilasciare le fidejussioni, che ci sono servite per sottoscrivere il contratto di copertura”. Un contratto da 36 milioni delle operazioni fidejussorie con tutta probabilità aumenterà con gli oneri ad essere legati, che andranno ovviamente agli istituti italiani. Una situazione che pone un problema di credibilità del sistema oltre i suoi e sulla quale Banca Centrale in particolare, che sull’argomento non da poco non si è sentita, dovrebbe fare una riflessione. A puntare il dito verso Via del Voltone sono stati nell’ultimo Consiglio anche esponenti di maggioranza: “Noi abbiamo un problema di finanza pubblica e di finanza privata nell’ambito del sistema bancario”, aveva detto ad esempio Giovanni Zonzini di Rete, che aveva affermato di attendersi da Bcsm attività a sostegno del sistema, relativamente agli Npl ma anche al sempre invocato, e mai arrivato, il Memorandum di intesa con Bankitalia, che forse nella circostanza delle fidejussioni per l’approvvigionamento energetico sarebbe stato utile, ma sul quale si è riscontrato “un continuo temporeggiare”. Aveva quindi lamentato una mancanza di risultati concreti da Bcsm “che – sono sempre parole del consigliere di Rete – non solo non si vedono, non solo non si sono visti, ma che, ahinoi, neppure si vedono all’orizzonte”. a.f

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