Il Consigliere Emanuele Santi di Rete sbugiarda il Segretario Gatti sul bilancio dello Stato. C’è un buco di 76 milioni di euro.

Tratto da Informazione del 25 ottobre 2022
ASSESTAMENTO BILANCIO, SI CHIEDEVERITA’ SUL DEFICIT DA 76 MILIONI
La Commissione consiliare èconvocata per tutta la settimana per l’esame della legge sul mercato del lavoro, ma in Comma comunicazioni emerge una incongruenza pesante, oltre alla presentazione di un ordine del giorno per vederci chiaro sul famigerato articolo 3bis dell’assestamento di bilancio, quello che ha previsto la copertura di oltre 10,5 milioni nella ex Bns oggi Società di gestione degli attivi. Poi si stabilisce anche che nella giornata di giovedì si procederà all’audizione richiesta in consiglio daRfcon un odg,poi ritirato perché il Segretario di Stato Lonfernini si è preso l’impegno per l’audizione, che dunque avverrà in settimana. I temi caldi in comma comunicazioni, sono però due. Il primo con un ordine del giorno firmato daLibera,RepubblicaFuturae il consigliereRossanoFabbridelGruppo misto diminoranza, è l’Odg sull’articolo 3 bis che verrà votato altermine della seduta. Il secondo tema, forse più dirompente del primo, riguarda però divergenze sui conti dell’assestamento di bilancio. E’ stato sollevato dal consigliere diRfNicolaRenzi, che ha rilevato come ilSegretario alle finanzeMarcoGattiin Consiglio abbia dettocome dall’assestamento di bilancio risultava, a conti fatti, un attivo di 5 milioni. Per contro il consigliereEmanuele SantidiReteha invece affermatoche si è di fronte ad un deficit di 76 milioni di euro. Così, in Commissione Emanuele Santi: “In queste settimane comeReteabbiamo avuto modo di fare un approfondimento. Il prossimo sarà un bilancio molto importante. Devo dire che l’esercizio di ‘capire come gira’ lo abbiamo fatto. Noi abbiamo un saldo di 373 milioni di entrate nette. D’altra parte abbiamo 450 milioni di uscite nette. Quindi 450 di uscite, meno 373 di entrate, significa che abbiamo 76 e spicci di differenza”. A questo punto c’è un problema, mica da poco: il Segretario alle finanze parla di un attivo; rete partito di maggioranza parla di un pesante passivo. Ha provato a spiegare le letture contabili il consigliereStefanoGiulianelli, dellaDc.A quanto pare, però, il deficit c’è ed è consistente. Circostanza che, nel tardo pomeriggio di ieri, è stata rilevata daRepubblica futurain una nota, che fornisce anche una chiave di lettura politica di quanto sta accadendo: “La legislatura sembra davvero avviarsi ad una fine precoce – scriveRf- o quantomenosembrano farlo governo e maggioranza. Nella commissione finanze iniziata lunedì, infatti, due dati sono emersi con forza. Il primo: questa convocazione doveva servire a portare in porto una delle due grandi riforme annunciate dal governo, quella del lavoro. Evidentemente la maggioranza aveva deciso di concentrarsi su due riforme, pensioni e lavoro, che avrebbero visto protagonisti i due principali contraenti del patto di governo: Ciavatta, per Rete, che si sarebbe dovuto far carico di una nuova legge sulla previdenza e Lonfernini, per la DC, che avrebbe dovuto occuparsi di una nuova legge sul lavoro, appunto. Il Segretario Gatti, più furbescamente di tutti, aveva già da tempo deciso di tirare il freno a mano e di rimandare, sine die, il testo sulla riforma dell’IGRe sull’introduzione dell’IVA- che, a questopunto, difficilmente vedranno la luce – per evitare ogni tipo di problematica elettorale o sociale. Oggi però si scopre che sui punti più cruciali, fortemente innovativi, della riforma del lavoro, il Segretario Lonfernini ha deciso di battere in ritirata, abrogando gli articoli più discussi – su tematiche come la durata del tempo determinato, la regolamentazione del lavoro interinale e dei distacchi, il ruolo delle agenzie di inter- mediazione privata – e demandando tutto a futuri decreti delegati, quindi, forse, all’anno del mai. Certo i temi erano complessi e avrebbero suscitato contrarietà.Repubblica Futuraaveva manifestato già in prima lettura disponibilità al confronto, non apponendo rifiuti a priori. Il Segretario Lonfernini ha evidentemente deciso di rinunciare. Insomma, da un latoReteha tenuto duro su unariforma, quella pensionistica, che certamente non ci piace; dall’altrolaDC, per quantoriguarda la riforma del lavoro, ha preferito adottare una tattica ormai consolidata, quella della dilazione, del rinvio a chissà quando pur di evitare problemi di consenso. E la visione sullo stato del paese, tra i due principali attori della maggioranza, si è protratta anche sull’analisi dei conti pubblici. Grazie alle domande ed agli stimoli dei nostri membri in commissione, finalmente abbiamo avuto una ulteriore conferma:il deficitche va consolidandosi con l’ultimo assestamento di bilancio, non è un attivo di 5 milioni, come laDCha volutofar credere, ma un ammanco di circa 76 milioni di euro (cifra resa nota, con tanto di analisi dei capitoli di bilancio che la determinano, da un consigliere di maggioranza!). Allora ci chiediamo: ma se neppure sullo stato dei conti pubblici la maggioranza riesce ad avere la stessa visione, come può continuare a governare o a formulare proposte che sanino la condizione attuale, drammatica, della finanza pubblica? Temiamo davvero che latecnica del rinvio, in un tempo così difficile per la nostra Repubblica, rischi, specialmente questa volta, di metterci definitivamente in guai seri”, concludeRf.