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Nonostante le chiare indicazioni fornite dal Fondo Monetario e da Fitch, San Marino prende la strada sbagliata, aggravando gli effetti della crisi energetica e facendo impennare l’inflazione

Fa riflettere, da un lato, l’intervento del Segretario Teodoro Lonferrniniche è impazientedi dare una stangata ai sammarinesi grazie ad un aumento immediato del costo della energia elettrica.Per non essere da meno, gli ha fatto eco il Segretario Roberto Ciavatta, che ha preannunciato la riduzione di un terzo dello sconto smac sugli acquisti di carburante.
Pare che i nostri governanti proprio non siano in grado dicapire come fronteggiare lapreannunciata crisi economica innescata da inflazione e dal costo dell’energia. Anziché affrontare la situazione ed attuare politiche di contenimento dei prezzi ‒ come stanno facendo tutti i paesi europei ‒ i governanti sammarinesi smaniano di adottare provvedimenti che finiranno per attivarespinte inflazionistiche incontrollabili.
Ma andiamo con ordine. Quando aumenta l’inflazione significa che il potere d’acquisto del denaro è diminuito. Supponiamo che nel 2000 avessimo dimenticato 10 euro nella tasca di un vecchio cappotto. Il costo del pane era di 2 euro al chilo, perciò nel 2000 avremmo potuto comprare 5 chili di pane. Oggi, il costo del pane è di circa 3,5 euro al chilo. Se trovassimo i 10 euro, potremmo comprare circa 3 chili di pane. Perciò, anche se il valore nominale (quello stampato sulla banconota) dei nostri 10 euro è rimasto uguale, la nostra banconota ha perso potere di acquisto.
Lo scorso primo ottobre il Governatore di Banca Italia; Ignazio Visco, ha spiegato benissimo come stanno le cose: “oggi, la principale minaccia alla stabilità dei prezzi, viene dallo shock energetico, in gran parte conseguenza del conflitto in Ucraina, che ha innescato un eccezionale aumento dell’inflazione, in particolare nell’area dell’euro. (..). L’elevata inflazione richiede la revisione delle prospettive economiche”. Lo shock energetico e le sue conseguenze sul potere d’acquisto dei redditi delle famiglie e sui profitti delle imprese determineranno un deterioramento delle previsioni di crescita economica per “contenere gli effetti di questo shock sarà necessario un contributo attento della politica di bilancio che può ridistribuire gli effetti dello shock tra consumatori, fattori produttivi, generazioni presenti e future, con interventi mirati e temporanei a sostegno delle famiglie e delle imprese più colpite”.
Non è un caso che in Italia, gli esponenti di maggioranza, sebbene non sia ancora stato insediato il nuovo governo, si siano immediatamente preoccupati di dare priorità alle misure per contrastare l’aumento del costo dell’energia. Sono state perciò annunciate misure immediate per sterilizzare le entrate dello Stato da imposte su energia e carburanti, con un’automatica riduzione di iva e accise. È previsto un sostegno a famiglie e imprese contro il caro bollette, con meccanismi di credito d’imposta e interventi diretti mirati, anche utilizzando le risorse derivanti da tassazione degli extra profitti delle società energetiche.
Le misure programmate in Italia sono di segno opposto rispetto a quelle dichiarate dai Segretari Lonfernini e Ciavatta. Vien da dire che anche i governanti sammarinesi, per quanto ignorino l’abc dell’economica, dovrebbero almeno essere in grado dicapire che le famiglie di San Marino non sono in grado di far fronte all’aumento dei prezzi. Il Governo si vanta di avere portato il Paese ad una significativa crescita economica; Non c’è che dire: si tratta di un bel fuoco di paglia, il cui bagliore sarà spento non appena i cittadini dovranno rinunciare a spendere soldi per timore di non arrivare a fine mese. Dall’inflazione alla recessione il passo è breve.
NN

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