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Carcerato da innocente, Livio Bacciocchi chiede giustizia, ma il Tribunale resta immobile

Livio Bacciocchi è stato sottoposto a una lunga carcerazione cautelare, pur essendo innocente. Al momento dell’arresto era un professionista stimato e di successo. La privazione della libertà personale ha portato con sé disonore e solitudine. Livio Bacciocchi ha patito una vera e propria gogna mediatica. Ha perso tutto, prestigio sociale, lavoro, denaro e libertà. La Procura di Napoli, ben presto, si è accorta che Bacciocchi era innocente e non ha esitato a dichiararlo. A San Marino, invece, il giudice ha segretato tuttoe ha compiuto atti al solo finedi protrarre indefinitamente le indagini e impedire, attraverso il segreto istruttorio, che si scoprisse che l’arresto di Bacciocchi era stato disposto senza avere prove. Si è trattato di un provvedimento adottato sulla base di notizie di stampa che non sono state verificate, né al momento dell’arresto, né successivamente. Le indagini si sono protratte per anni, senza che il giudice compisse atti diversi da quelli funzionali a impedire la cessazione della segretazione. Adesso Livio Bacciocchichiede giustizia e si è rivolto al Giudice per la Responsabilità Civile deiGiudiciperché vengano accertati i fatti. Ma anche questo giudizio intentato contro Morsiani si è arenato. Sorprende il diverso regime che seguono i procedimenti: quando è un politico a fare denuncia (si veda l’esposto di Ciavatta contro La Serenissima), i procedimenti vanno spediti, ma se è un comune cittadino a chiedere giustizia,il Tribunale resta immobile. C’è una gran fretta di togliere spazi di libertà (di opinione, di critica, di pensiero), ma poca volontà di fare giustizia. Ci saremmo aspettatiche il Dirigente Giovanni Canzio, di propria iniziativa, promuovesse azionicontro quei magistrati che hanno commesso atti gravissimi contro la libertà delle persone e poi atti ancor più gravi per impedire che si scoprissero le loro responsabilità. Invece tutto è rimasto come sempre. Alcuni magistrati continuano ad essere protetti da un muro di gomma, dal silenzio compassionevole, dai ritardi nell’accertare i fatti di cui si sono resi responsabili.Così si uccide ogni senso di giustizia e ogni credibilità. Dopo gli inutili appelli rivolti al Dirigente Canzio, adesso Livio Bacciocchi ha deciso di rivolgersi alla Commissione Giustizia. Sarebbe bello che un’istituzione politica fosse capace di compiere un atto di equità di cui i giudici si sono dimostrati incapaci.

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