Processo Buriani: sequestri illegittimi e non giustificati. I giudici inquirenti hanno violato regole basilari. Annullati i sequestri informatici.

È stata una giornata densa di udienze quella di oggi. Davanti al Giudice di Terza Istanza Olivero Mazza è iniziato il terzo grado del processo Mazzini. Gli avvocati hanno chiesto l’annullamento delle condanne e delle confische, ma secondo le parti civili e il Procuratore del Fisco l’impugnazione degli imputati è inammissibile perché il terzo grado di giudizio è stato introdotto solo dopo che la sentenza d’appello è diventata definitiva.
Davanti al Prof. Mazza è stato discusso anche il ricorso presentato dai difensori del Commissario Alberto Buriani nell’ambito del procedimento avviato su denuncia di Claudio Podeschi, l’ex Segretario di Stato arrestato su mandato del Commissario Buriani proprio nel processo Mazzini. Durante la discussione del ricorso, l’Avv. Michela Vecchi, difensore di Buriani, ha chiesto l’annullamento dei decreti, con i quali i giudici inquirenti avevano sequestrato il cellulare e il computer dell’indagato, oltre ai computer di una società finanziaria. Secondo il difensore, i giudici inquirenti (Battaglino, Beccari e Santoni) avrebbero effettuato sequestri sproporzionati con finalità esplorative, acquisendo indiscriminatamente dati non pertinenti, compresa la corrispondenza tra l’indagato e i suoi avvocati, oltre a informazioni bancarie e dati riservati. Anziché disporre una perizia, i giudici avrebbero affidato alla Polizia Giudiziaria il compito di selezionare tutto quello che poteva essere utile contro Buriani. Tutti i dati sono stati trattenuti indistintamente e sono stati disseminati senza giustificazione in vari procedimenti, a disposizione di decine di difensori e delle parti civili. Dall’udienza è emerso che il Giudice di Terza Istanza la scorsa settimana ha depositato tre sentenze, a seguito di altrettanti ricorsi del difensore di Buriani, con cui ha annullato i sequestri e ha dichiarato inutilizzabili i dati acquisiti illegittimamente dai giudici inquirenti, che ‒ scrive il Prof. Mazza ‒ hanno compiuto gravi violazioni delle regole basilari di ragionevolezza, di rispetto dei diritti fondamentali, di effettività del diritto di difesa e del contraddittorio.
Il Giudice di Terza Istanza si è riservato trenta giorni per decidere l’ultimo ricorso.
Nella foto il Prof. Oliviero Mazza, Giudice per la Terza Istanza