Tomasetti, Bevere e Canzio, quale futuro a San Marino? Dopo il flop della sinistra nelle elezioni, dove finiranno gli uomini piazzati in giro per il mondo?

Prima o poi qualcuno dovrà dire a Giorgia Meloni che San Marino, da qualche anno, ospita alcuni degli ex boiardi della sinistra italiana. Proprio a San Marino ha trovato asilo una signora che è stata il prezzemolo messo sopra ad alcune delle dissestante aziende italiane. A San Marino è diventata famosa per le sue frequentazioni con i servizi segreti italiani e per la moria di banche, posti di lavoro e di correntisti. Ma non c’è solo lei, i devoti della sinistra italiana a San Marino sono ovunque, dalla giustizia alla sanità, dalle banche alle autorità di vigilanza. Il cambiamento del panorama politico italiano sembra isolare San Marino, dove ancora governa un pentapartito a trazione democristiana. E mentre la sinistra in Italia è ridotta al lumicino, a San Marino si parla di unificazione socialista, una formula dietro la quale si celano anche i soliti noti, gli impresentabili con le tasche piene, pronti a governare stando nell’ombra. A San Marino niente cambia, e quando i nostri governanti dovranno andare a Roma con il cappello in mano per parlare con gli esponenti del nuovo governo, si affideranno sempre al solito sottobosco della prima repubblica per avere un colloquio, sperando che il ministro italiano incrociato nei corridoi non si lasci andare a sprezzanti battute o non programmi un nuovo accerchiamento dei confini, proprio come 14 anni fa, quando, il governo italiano di centro destra provocò una crisi da cui San Marino non si è ancora ripreso. Ma l’esperienza non ha insegnato niente. Ora San Marino rischia di rimanere lontana da Roma e lontanissima dal resto d’Europa.
Tratto da L’Informazione del 27 settembre 2022
VOTO ITALIANO, POSSIBILI SCOSSONI PER LE ALTE SFERE DEL TITANO
Non c’è dubbio che le elezioni italiane avranno un riflesso su San Marino, quanto meno per imbastire i rapporti con un quadro politico che, visto l’esito del voto, cambia quasi completamente e, di certo, avrà equilibri, e presumibilmente interlocutori, diversi da ieri. Ma non è solo questione politica di rapporti, ad esempio con Giulio Tremontidato per un ruolo importante nel futuro governo italiano e sul quale il Segretario alle finanze Marco Gatti, con non troppaenfasi per la verità, ha già messo le mani avanti annunciando comunque una disponibilità al dialogo. La difficoltà che potrebbe profilarsi per il Titano è anche un’altra: avere un apparato istituzionale-amministrativo nelle alte sfere – cui soprattutto l’attuale coalizione di maggioranza si è affidata ciecamente anche allorquando sono state assunte decisioni discutibili – che è pressoché totalmente affine al Pdo comunque all’area politica degli sconfitti nelle ultime elezioni italiane. Si prenda, a titolo di esempio, uno degli ultimi atti che hanno imbarazzato San Marino, anche se il governo ha cercato di tenere la questione sottotraccia con qualche biasimosoftespresso amezza bocca e dietro a specifica domanda: la firma della lettera pro-Draghi del Dirigente del Tribunale,Giovanni Canzio, edella Presidente diBanca Centrale, Catia Tomasetti, notoriamente quest’ultima proveniente dall’area di influenza delPartitoDemocratico, grande sconfittodi queste elezioni. Ma non è finita. Si potrebbe ragionare anche su chi ha caldeggiato l’ingaggio del Direttore Generale dell’Iss,FrancescoBevere. Al di là del fatto che siauno stimato tecnico, è notorio che il suo nome sia scaturito dalle interlocuzioni con il Sottosegretario Pier Paolo Silerie conil ministro Roberto Speranza, oggi entrambi fuori dal futuro governo italiano e all’opposizione. Dunque, ci sarà da vedere se la virata a destra avvenuta in Italia travolgerà anche questi vertici dell’apparato statale sammarinese che sono stati ingaggiati e difesi dall’attuale governo del Titano, sulla scorta di entrature con il Centrosinistra, uscito pesantemente sconfitto dalle urne.
Per non parlare, poi, dei riflessi che potrebbero esserci sul piano politico, sulle coalizioni, sugli equilibri anche interni a San Marino. Si vedrà. I risultati delle elezioni politiche in Italia vedono il trionfo di Giorgia Meloni. Fratelli d’Italia stacca tutti gli altri partitie conquista più di un quarto dei voti degli italiani: si attesta poco sopra al 26% (è al 26,13% secondo l’aggiornamento delle 9 e 33 di ieri mattina sul sito del Ministero, quando mancavano poco più di 1.000 sezioni allo spoglio) ed è il partito vincitore alle elezioni politiche. La coalizione di Centrodestra è al 44%. Secondo partito in Italia è il Partito democratico, che peròscende sotto la soglia psicologica del 20%: intorno al 19,13%. La coalizione diCentrosinistraè al 26,21%. Terza forza è il Movimento 5Stelle, al 15,24%, mentre laLegaè all’8,85%, leggermente sotto al 9%: per Salvini è un tonfo. Forza Italiatallona laLega(poco sopra dall’8, all’8,1%), poi ci sonoAzione-Italia Viva(7,76%), Alleanza Verdi eSinistra (3,64%),Più Europa(2,84%), Italexit(1,91%),NoiModerati (0,92%),Impegnocivico (0,60%).L’affluenza è stata del 63,91%: la più bassa di sempre. Per quanto riguarda i voti dalla circoscrizione estera dei residenti italiani sul Titano, alla Camera il Centrodestraha ottenuto il50,10% dei consensi e il 49,86% al Senato. IlCentrosinistrahaottenuto il 20,19% alla Camera e il 27,42% al Senato;Movimento5 Stelle 9,76% alla Camera e10,44% al Senato;Azione – ItaliaViva – Calenda 8,24 alla Camerae 9,72 al Senato. Maggioranza in entrambi i rami del parlamento. I numeri, dunque, dicono che il Centrodestra avrà la maggioranza piena in entrambi i rami del parlamento, Camera e Senato. Questo significa governabilità, salvo, ovviamente, sempre possibili scricchiolamenti degli equilibri interni alla coalizione, che tuttavia pare di poter dire che non arriveranno di certo a breve. IntantoGiorgia Melonisi avviaa diventare la primadonna della storia Presidente del Consiglio italiano. L’iter verso la nascita del nuovo Governo. I tempi istituzionali per la nascita del Governo non saranno tuttavia brevissimi, vista la necessità di rispettare l’iter costituzionale previsto. Prima si dovrà riunire il Parlamento Il primo della storia con numeri ridotti: 400 deputati e 200 senatori. Il parlamento riunito per la prima volta dopo il voto del 25 settembre, procederà alla formazione dei gruppi parlamentari. Quindi ci sarà la nomina dei presidenti di Camera e Senato. La durata di questi passaggi sarà ovviamente dettata dalla celerità con cui le forze politiche troveranno l’accordo sugli adempimenti da compiere. Le Camere dovranno comunque riunirsi, secondo quanto prevede la Costituzione all’articolo 61, entro 20 giorni dalle elezioni. La data prevista è il 13 ottobre. A parte questa data certa, gli altri adempimenti non hanno tempistiche specifiche dettate dalle norme. Dopo la nomina dei Presidenti delle due Camere, la seconda e terza carica dello Stato, prenderanno avvio le consultazioni da parte del Presidente della Repubblica, SergioMattarella, il quale incontreràtutti i gruppi politici per individuare il potenziale Presidente del Consiglio in grado di formare un governo che possa ottenere la fiducia della maggioranza. Dopo questa tornata elettorale la strada appare tracciata, con il mandato esplorativo che, su indicazione dei gruppi di maggioranza, verrà conferito con tutta probabilità a Giorgia Meloni. L’incaricato accetta il mandato con riserva e, una volta fatte ulteriori consultazioni, torna dal Capo dello Stato per sciogliere la riserva. Quindi partirà il confronto per la formazione del nuovo governo, la vera e propria squadra dell’esecutivo. Terminata questa fase l’incaricato tornerà dal Presidente della Repubblica per presentare la lista dei ministri e si procederà alla firma e controfirma dei Decreti di nomina del Presidente del Consiglio e dei Ministri. Prima di assumere le funzioni, questi devono prestare giuramento e, entro dieci giorni, presentarsi davanti a ciascuna Camera per ottenere il voto di fiducia. Plausibile, quindi, che il nuovo governo non entrerà in carica prima di almeno un mese. Un lasso di tempo nel quale, anche San Marino, avrà tempo di ragionare sul nuovo assetto del suo principale interlocutore. a.f.