Quando le regole valgono solo per gli altri: un Consiglio Grande e Generale ed un Governo ancora senza norme di trasparenza e pubblicità. Che fine ha fatto la legalità?

Si parla di un “codice etico” per i Consiglieri ed i Congressisti, a raccomandarlo, anzi ad imporlo, sono gli Organismi internazionali, in primo luogo il Consiglio d’Europa che individua proprio nel “codice di condotta” uno strumento efficace per il contrasto della corruzione tra i politici.
Nonostante ciò e con buona pace del Greco (Gruppo di Stati contro la corruzione), il Consiglio Grande e Generale ed il Governo di San Marino non hanno ancora dato esecuzione pratica al “codice etico”. A denunciare lo stallo è un recente comunicato di Repubblica Futura, che riferisce che “alla delibera n. 29 del 21 marzo 2022 con la quale il Consiglio ha adottato il codice etico per i Consiglieri, alla successiva delibera n. 16 del 29 giugno 2021 con la quale il Congresso di Stato ha adottato il codice per i membri di governo, non sono seguiti poi fatti concreti che abbiano dato immediata esecuzione agli obiettivi prefissati e contenuti negli stessi codici”. I due codici infatti non sono ancora entrati in vigore.
Eppure proprio il rispetto di regole etiche in materia di conflitto di interessi e di trasparenza finanziaria dei politici sono un atto necessario per restituire forza e credibilità alla politica. È soprattutto la credibilità ad essere discussione. Si tratta di riparare a esperienze ormai note. Basti pensar alla corruzione diffusa nel recente passato con tanto di valige piene di contanti e la stranezza di libretti al portatore a disposizione di politici su cui sono state accreditate cifre milionarie.
Ma senza arrivare a tanto, i valori di correttezza ed imparzialità sono traditi anche da molte delle pratiche diffuse tra alcuni consiglieri. Come non pensare alla disinvoltura con cui molti politici, in ragione delle proprie funzioni, sono riusciti ad ottenere finanziamenti dalle banche. Alcuni politici (non tutti, per fortuna) hanno accumulato debiti su debiti e certe situazioni sono da tempo oggetto di pettegolezzo anche fra gli stessi consiglieri.
Queste situazioni sono in grado di condizionare l’attività politica dei consiglieri. Si pensi alla situazione che si viene creare quando si tratta di discutere o di votare provvedimenti che riguardano banche e NPL. Oppure, perché no, quando si tratta di discutere dell’attività della magistratura davanti alla quale pendono i giudizi intentati dalle banche per il recupero dei loro crediti.
La condizione finanziaria, l’avere interessi propri, costituiscono per il consigliere, condizioni che, se non conosciute, possono compromettere l’imparzialità della propria azione e l’indipendenza e l’efficienza delle altre istituzioni.
Ecco perché è necessario che il Consiglio Grande e Generale attui norme idonee a garantire la trasparenza delle attività finanziarie dei consiglieri.
È difficile non pensare che la ragione del ritardo nell’attuazione del codice etico non risieda proprio nella diffusione delle situazioni di opacità e di conflitto di interessi che le nuove regole dovrebbero disciplinare e, possibilmente, eliminare.
Noi riteniamo che le istanze di legalità dei cittadini prima ancora di quelle degli organismi internazionali debbano essere ascoltate senza alcun ulteriore indugio e anzi riteniamo che sia necessario sapere, per ciascun Consigliere della Repubblica, non solo quali sono le sue fonti di redditoe le sue disponibilità finanziarie, ma anche quali sono i suoi debiti, come si sono formati, come li ha fronteggiati, come li ha estinti. Non vorremmo dover scoprire che a qualche politico i debiti sono stati estinti senza essere statitotalmente rimborsati!
Inoltre, come in tutti gli altri paesi dovrebbero essere oggetto di dichiarazione anche le situazioni finanziarie precedenti all’assunzione della carica per evitare che lobbisti e grandi debitori si rifacciano una verginità ogni volta che accedano alle cariche pubbliche.
Il codice etico tratta di norme basilari, già adottate nella maggior parte dei Paesi europei, con l’eccezione di quelli in cui più diffusa e la corruzione e minore è la trasparenza finanziaria. Sarà un caso?
TE