AttualitàConsigliatiSi dice che...

Il governo cerca un cavillo per revocare l’incarico diplomatico a Giuliano Bianchi di Castelbianco, figlio di Federico. Chi è costui?

Il governo sta facendo di tutto per togliersi dall’imbarazzo, dopo che i giornali italiani hanno ricostruito la trama rapporti corruttivi che legavano Federico Bianchi di Castelbianco e alcuni dei più alti funzionari del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Stando alle ultime voci di Palazzo, il Congresso sta affannosamente cercando un espediente per revocare l’incarico diplomatico conferito a Giuliano Bianchi di Castelbianco, figlio di Federico Bianchi di Castelbianco, l’uomo, quest’ultimo, al centro dell’inchiesta sugli atti di corruzione avvenuti al Miur. Federico Bianchi di Castelbianco, 72 anni, è uno psicologo e uno psicoterapeuta, ex editore dell’agenzia giornalistica Dire, che è al centro dell’inchiesta le gare per gli istituti scolastici, per decine di milioni di euro. Nell’ambito di questa indagine‒ che la Procura di Roma ha chiuso alla fine dello scorso mese di agosto ‒Federico Bianchi di Castelbianco è stato raggiunto da due provvedimenti cautelari. Nel mese di marzo è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di aver pagato tangenti all’ex Capo Dipartimento del ministero dell’Istruzione, Giovanna Boda.

Il governo sammarinese si muove solo ora, ma i fatti sono noti da molto tempo. I giornali avevano riferito gli sviluppi investigativi molto prima della recente chiusura delle indagini.
Il 20 dicembre 2021, sul Venerdì di Repubblica, il giornalista Corrado Zunino aveva messo in evidenza il legame che univa Federico Bianchi di Castelbianco e l’ex Capo del Miur, Giovanna Boda: l’editore-psicologo aveva comprato un appartamento di 298 metri quadrati (con soffitta) a ridosso di via Veneto, la Roma più costosa, per l’alta funzionaria del ministero dell’Istruzione e la figlia. Un milione e mezzo di euro, il valore. E quando lei gli chiederà, con la deflagrazione del Covid, di far avvicinare i genitori da Casale Monferrato, lui prenderà subito in affitto un appartamento quattro palazzi più in là. Per i genitori appunto, la mamma è stata sindaca di Casale Monferrato. Poi pagherà per tutti, badante compresa, le vacanze al mare in Toscana.
Tra San Marino e Via veneto
L’editore dell’agenzia giornalistica Dire è sempre stato una potenza, per quanto discreta e sempre sotto traccia. E con i suoi regali alla dirigente si è garantito appalti per 23,5 milioni di euro tra il 2018 e il 2021. Giovanna Boda, 47 anni, già Capo dipartimento delle risorse umane, finanziarie e strumentali del ministero dell’Istruzione, è indagata, anche lei per reati di corruzione. Oggi vive, immobilizzata, nel suo grande appartamento a ridosso di Via Veneto, dove sta affrontando una dolorosa riabilitazione. Il 14 aprile 2021, si lanciò dalla sala d’attesa dello studio legale dove il marito l’aveva accompagnata di fronte alle prime notizie dell’inchiesta della Guardia di finanza. Frattura al bacino e al coccige. Fratture alle caviglie, a un ginocchio. Finora ha subìto sei operazioni.
I verbali mostrano come quel rapporto – criminale secondo i magistrati, ma anche tossico, e di reciproca dipendenza a leggere le carte – abbia prodotto scorie nocive all’interno di uno dei ministeri più importanti del Paese. In particolare, sui delicati argomenti della disabilità e dell’iperabilità. Il decreto di sequestro preventivo, con le sue 202 pagine, sostiene, infatti, che l’imprenditore del sociale e dell’informazione – vicino per famiglia e interessi economici ed editoriali anche a San Marino, con legami strettissimi con la politica e la sanità cattolica – abbia pagato quindici collaboratori del ministero dell’Istruzione: alcuni con finti rimborsi spese, mentre ad altri avrebbe consentito di diventare pubblicista nella sua agenzia di stampa. A ogni commessa ottenuta dal ministero, Bianchi di Castelbianco, secondo l’inchiesta, riusciva ad allargare la sfera d’influenza del suo Istituto di ortofonologia, l’Ido. In molte scuole ha ottenuto la gestione delle strutture di ascolto e ha iniziato a contattare, sostituendosi agli uffici del ministero, direttamente i presidi. Che lo trattavano con riverenza e che lui raccomandava a ogni visita in Viale Trastevere.
Il giornalista Corrado Zunino conclude che le carte d’indagine mostrano che Federico Bianchi di Castelbianco è uno scaltro psicologo, spesso contestato sul piano scientifico, che è riuscito ad entrare nelle stanze di un ministero con poche difese e ne pilotava anche scelte importanti, ne ispirava gare d’appalto, ne decideva i finanziamenti diretti (alcuni per sé, per 8 milioni).
La vicenda è tornata sulle prime pagine dei giornali all’inizio di marzo quando Federico Bianchi era stato raggiunto dal secondo provvedimento cautelare. Tutti i maggiori quotidiani italiani hanno dato molto spazio alle indagini e al ruolo di Bianchi di Castelbianco.
Sono mesi che si sa che Federico Bianchi di Castelbianco era invischiato in una vicenda molto torbida che ha gettato ombre su San Marino.
A quanto pare, tuttavia, il governo non ha battuto ciglio. I congressisti hanno fatto spallucce fintato che i giornali si limitavano a parlare in modo poco lusinghiero dei collegamenti che Federico Bianchi di Castelbianco intratteneva con la Repubblica di San Marino. Così l’imprenditore-editore-psicologo ha continuato a rivestire il suo ruolo di Console nonostante tutto suggerisse una cessazione immediata dell’incarico.
Le cose sono cambiate due giorni fa quando i giornali italiani hanno incominciato a riavvolgere il fil rougeche, partendo da Federico Bianchi di Castelbianco, e passando per Antonio Russo, porta fino al Segretario di Stato Andrea Belluzzi. A destare preoccupazioni è proprio questo filo rosso che Federico Bianchi di Castelbianco ha teso tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e la Segreteria di Stato all’Istruzione e Cultura.
Il Congresso ha deciso di muoversi solo perché è stato fatto il nome del Segretario Andrea Belluzzi. Una tempistica assai sospetta quella del governo. Chiunque altro si sarebbe immediatamente chiesto se l’incarico diplomatico conferito a Giuliano Bianchi di Castelbianco avesse a che vedere con le trame del padre imprenditore finito agli arresti. C’è da chiedersi infatti se Giuliano avesse un qualche merito proprio per ricoprire il ruolo di ambasciatore a Malta e ministro plenipotenziario presso l’ambasciata della Santa Sede o se, invece, fosse stato qualche merito paterno a farglielo guadagnare. E la situazione del padre, era apparsa disperata ben prima che il consigliere politico del Segretario Belluzzi, Antonio Russo, ignaro di essere intercettato, spifferasse tutto al telefono.
Ora che i buoi sono scappati, è il caso di indagare sui rapporti esistenti tra Federico Bianchi di Castelbianco e Antonio Russo e tra quest’ultimi e i molti consulenti e funzionari che dall’Italia sono arrivati a San Marino negli ultimi anni lungo quella strada che da Via Veneto porta a San Marino.

TE

Related Articles

Back to top button