Improvvisazione, mancanza di trasparenza e diversità di trattamento rispetto ai precedenti dissesti bancari.
Il governo si fa beffe dei risparmiatori. Così si distrugge ogni residua credibilità.

da L’informazione del 10 agosto 2022
Così il Sds Marco Gatti aveva cercato di “indorare” la pillola ai risparmiatori
“Abbiamo fatto una scelta di uscire da una logica liquidatoria e di portare in capo allo stato un impegno che era proprio una garanzia che quelle obbligazioni avevano. Quindi oggi coloro che avevano dei depositi in Banca Cis con scadenza 22 di luglio, si ritroveranno dei titoli di Stato, quindi avranno un titolo in cui il prestatore di ultima istanza è lo Stato e a questo punto hanno dei titoli che hanno un loro mercato, quindi possono essere scambiati possono essere ceduti possono essere dati in pagamento, possono essere dati in garanzia” così il Segretario Gatti aveva spiegato l’operazione durante una conferenza stampa del Congresso di Stato, aggiungendo: “E in più hanno anche un rendimento che, seppure non sia eccezionale, è comunque molto migliore delle obbligazioni Bns”. Come abbiamo già avuto modo di sottolineare, uno degli aspetti più gravi di questa operazione, fatta dallo Stato – che i cittadini li dovrebbe tutelare – è la modalità con cui è stata portata avanti, lasciando totalmente all’oscuro i diretti interessati, seguendo un copione di “segretezza” che ormai ben conosciamo. Infatti la Segreteria alle Finanze, nell’assestamento di bilancio, ha deciso, senza informarne i diretti interessati, di trasformare le loro obbligazioni in titoli di Stato. I cittadini correntisti si sono trovati così in mano un titolo diverso da quello che già in prima battuta era stato loro imposto e che, probabilmente, avevano accolto malvolentieri, non potendo riavere indietro tutti i loro soldi subito. In più, alla scadenza, quando sarebbero dovuti legittimamente rientrare in possesso del loro denaro, hanno subito un nuovo “scherzetto” e si sono visti costretti, anche stavolta in assenza di qualsiasi informazione, a dover digerire anche un rinvio del pagamento di quanto loro dovuto di dieci anni, avendo in mano non più obbligazioni, ma titoli di stato con un rendimento molto basso. Non è proprio quello che gli ex correntisti Cis volevano, come dimostra la nascita del Comitato Correntisti Sammarinesi.