Parlamentarie M5S, in campo 2 mila autocandidati: non ci sono Di Battista né Casalino

MILANO – Si sono chiuse ieri le autocandidature per le parlamentarie sul sito del Movimento 5 Stelle: in tutto sono state circa 2 mila, 1.165 per la Camera, 708 per il Senato e 49 per la circoscrizione Esteri. Tra questi non c’è Rocco Casalino, il portavoce di Giuseppe Conte; ma soprattutto non c’è neppure Alessandro Di Battista, l’ex di lusso che però date le condizioni politiche da lui per mese poste per rientrare – fine del governo Draghi e dell’alleanza con il Pd – poteva benissimo decidere di correre. Invece no. La scelta di Di Battista era nell’aria ma, va detto, in teoria potrebbe non essere finita qui, visto che può sempre rientrare nelle liste in quota “società civile”, ed è una decisione che spetta a Conte.
Quanto a Casalino, per mesi si è parlato di un suo passaggio dal ruolo comunicativo a quello squisitamente politico. Del resto nella sua biografia su Twitter, fino a qualche tempo fa Casalino si autodefiniva “politico”. Invece ha cambiato idea. Niente da fare per Virginia Raggi, e qui è una semplice questione di regole: quelle attuali varate dal Consiglio di garanzia – di cui lei stessa fa parte – non le consentivano di partecipare. Semaforo verde invece per la collega ex sindaca, ma di Torino, Chiara Appendino. La pubblicazione ufficiale delle liste avverrà fra tre o quattro giorni. Questo perché serve del tempo per fare le necessarie verifiche sulla documentazione presentata dai candidati, dei requisiti necessari e poi per le valutazioni finali anche da parte di Conte.
Dopodiché in attesa delle parlamentarie vere e proprie, che si terranno probabilmente il 16 agosto, nel dietro le quinte si discute sulla deroga al principio di territorialità. Storicamente infatti ci si poteva candidare solo laddove si aveva la residenza. Stavolta invece il concetto si è allargato anche al proprio “centro principale dei propri interessi”. Il che offre doppie chance di scelta ai candidati, che magari possono optare per il territorio dove la battaglia interna è meno aspra. “Come potremo mai vincere la battaglia contro la disaffezione alla politica e l’astensionismo – si domanda il senatore Giuseppe Auddino – se poi sulle candidature non rispetteremo il vincolo della territorialità e non daremo nei territori riconoscibilità ai candidati agli occhi dei cittadini, che poi sono i nostri concittadini, permettendo la candidatura in regione a chi è candidabile a norma di regolamento ma rischia di non esserlo “politicamente”? Gli attivisti capirebbero? I cittadini capirebbero?”.
Tra gli autocandidati ci sono l’ex ministro all’Ambiente Sergio Costa a Napoli per il Senato e, sempre per il Senato ma in Puglia, Francesco Mandoi, ex magistrato che si è sempre occupato di criminalità organizzata ed è stato procuratore nazionale Antimafia aggiunto. “Nel settembre 2021 ho ricevuto da parte di Conte la richiesta della mia disponibilità ad essere candidato alle elezioni suppletiva nel collegio di Roma Primavalle, disponibilità che ho dato, mettendomi a disposizione del M5S – spiega Mandoi – Ora mi candido anche perché nell’agenda politica attuale sembra essere sparita la parola “mafia””. Potrebbe non essere l’unico magistrato, tra i nomi che si fanno per la quota esterni ci sono quelli di Federico Cafiero de Raho e Nicola Gratteri.
Il tema dei capilista è assai sensibile. Sono in pratica i superfavoriti a entrare (o rientrare) in Parlamento e la scelta finale sul chi saranno toccherà proprio al presidente. Da “salvare” ci sono i quattro vice che possono correre: Riccardo Ricciardi, Alessandra Todde, Michele Gubitosa e Mario Turco; non Paola Taverna che ha raggiunto il limite dei due mandati; oppure il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli. E poi appunto Conte dovrà pescare qualche personalità esterna, resta gettonatissimo ad esempio Michele Santoro. “Il sistema e i potentati economici e finanziari ci temono – le parole di Conte parlando con un’assemblea di attivisti dell’Abruzzo – per far politica come noi ci vuole coraggio. Noi stiamo con i cittadini che non hanno voce. Saremo la sorpresa”.