La frittata è fatta!
Il Segretario Ugolini ci ricade. Nonostante gli inviti a non scrivere, si lancia in un comunicato goffo e scalcagnato. Ecco qualche garbato consiglio

Ecco il comunicato stampa della Segreteria per la Giustizia del 20 luglio 2022.
La Segreteria di Stato per la Giustizia interviene riguardo a quanto apparso sulla stampa in relazione alle iniziative del Consiglio Giudiziario. Gli esiti positivi della valutazione del GRECO (Gruppo di Stati contro la corruzione del Consiglio d’Europa) sulla piena conformità delle riforme rispetto ai principi internazionali in materia di Magistratura non può rimanere lettera morta. Questa Segreteria di Stato si sente quindi in dovere di rimarcare la necessità per la politica di rimanere estranea e rispettosa dell’autonomia e delle indipendenza degli Organi Giudiziari, che le leggi votate dal Consiglio Grande e Generale hanno solidamente affermato. Relativamente al cosiddetto “caso Serenissima”, stupisce la continua insistenza sull’argomento, quando la delibera pubblica n. 1 del 30 giugno 2022, adottata dal Consiglio Giudiziario è assolutamente esaustiva nel ripercorrere la corretta ricostruzione e il legittimo svolgimento dei fatti. Fatti esposti, anche attraverso una dettagliata evidenza documentale da parte del Presidente Giovanni Canzio, sia in Consiglio Giudiziario che in Commissione Affari di Giustizia, riscontrando unanime riconoscimento per la puntuale e trasparente ricostruzione dell’accaduto. Il diritto di critica, come ricordato in aula consigliare durante la discussione della “Relazione sullo stato della Giustizia”, non dovrebbe mai divenire l’occasione per esprimere discredito e delegittimare l’apparato di Giustizia. Attività che ha solo l’effetto di minare la fiducia dei cittadini nel sistema di giustizia.
“GRECO (Gruppo di Stati contro la corruzione del Consiglio d’Europa)”
Mettiamo subito in chiaro una cosa: il GRECO, non è il “Gruppo di Stati contro la corruzione del Consiglio d’Europa”, ma il “Gruppo di Stati contro la corruzione”. Caro Segretario, se aggiunge le parole “del Consiglio d’Europa”, Lei sta dicendo che esiste un gruppo di Stati che indaga sulla “corruzione del Consiglio d’Europa”. Ma quest’idea, oltre ad essere oltraggiosa, dimostra che Lei non ha le idee chiare e non sa distinguere il luogo in cui si commette la corruzione (che secondo lei è il Consiglio d’Europa) e l’organo a cui appartiene il GRECO (il Consiglio d’Europa). Ancora una volta Le dobbiamo raccomandare prudenza. Quando vuole scrivere qualcosa, non si precipiti, ci pensi su, non dica più del necessario, poco è bene. Lei già è in difficoltà con i concetti basilari, se poi ci aggiunge del Suo, rischia di accreditare una cattiva immagine di sé. Peggiorare una condizione già così compromessa, sarebbe davvero un peccato.
“Questa Segreteria di Stato si sente quindi in dovere di rimarcare la necessità per la politica di rimanere estranea e rispettosa dell’autonomia e dell(a) indipendenza degli Organi Giudiziari, che le leggi votate dal Consiglio Grande e Generale hanno solidamente affermato”.
Sarà che la Segreteria vuole essere rispettosa dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura, ma il Suo intervento, Ill.mo Segretario, fa l’esatto opposto di quello che proclama. Intervenire a gamba tesa in un dibattito democratico per affermare che la verità granitica è quella proclamata dal Dirigente e dal Consiglio Giudiziario, equivale a prendere posizione. Lei non fa altro che dare ragione a una parte, sempre la stessa, costituita da coloro che Lei ha nominato o concorso a nominare. Ogni loro iniziativa, a sentir Lei, ha il dono della verità, della certezza e della correttezza. Guai a chi osa evidenziare i paralogismi, la concatenazione di eventi, le ricostruzioni di comodo scritte su carta bollata e diffuse urbis et orbis. Eppure in democrazia, il dibattito, il confronto di idee, è un bene che va tutelato e rispettato proprio in nome di quella autonomia e indipendenza che Lei invoca.
Ma veniamo agli aspetti più leggeri, che sono la sintassi e la grammatica. Ci vuole spiegare, Segretario, che vuol dire “rimanere estranea e rispettosa dell’autonomia e della indipendenza degli Organi Giudiziari”. Lei sta accostando concetti e parole in modo confuso. Come può dire che la politica deve “essere estranea … dell’autonomia e dell(a) indipendenza degli Organi Giudiziari”? A parte che si dice “autonomia della magistratura” o “indipendenza del potere giudiziario” e non “indipendenza degli organi giudiziari”, il punto è che Lei ha giustapposto due idee antitetiche: essere estranei ed essere rispettosi indicano atteggiamenti diversi. Se Lei è estraneo all’indipendenza e all’autonomia, vuol dire, ahinoi, che Lei si ingerisce. Lei capisce che un’idea simile, espressa dal Segretario alla giustizia, non è granché. Se si tratta di un lapsus, veda di rimediare in qualche modo, se invece Lei pensa davvero di potersi estraniare dall’autonomia e dall’indipendenza, provi a rileggersi La Repubblica di Platone, prima di dedicarsi a Montesquieu.
Quanto all’indipendenza della magistratura che le “leggi votate dal Consiglio Grande e Generale hanno solidamente affermato”, diciamo che la sua circospezione fa una brutta impressione. Da uno come Lei, sempre pronto a magnificare il più elementare dei comunicati o la più frettolosa dichiarazione pubbliica rilasciata da chi sta dalla Sua parte, ci si aspettava molto di più. Invece si accontenta di dire che le leggi approvate sotto il Suo governo “affermano” l’autonomia e l’indipendenza del potere giudiziario. “Sancire” sarebbe stato meglio, ma “attuare” sarebbe stato perfetto. Il problema è che Lei sa bene come stanno le cose. Si dice una cosa e se ne fa un’altra. Noi Le proponiamo una piccola verifica. Rilegga le “leggi approvate” e si accorgerà che, al 90%, sono copiate da quelle italiane, il 10%, è frutto di qualche manina sammarinese. Niente da dire sul 90%, il problema è il restante 10%, che mette a repentaglio il tutto. Insomma, spiace dirlo, ma Lei stavolta ha ragione, le leggi approvate sotto il Suo governo affermano principii che resteranno solo sulla carta.
“la continua insistenza sull’argomento”
Il termine insistenza implica, da solo, una ripetizione, un’azione continuata nel tempo. Quindi è pleonastico aggiungere al sostantivo “insistenza” l’aggettivo “continuata”. Suona un po’ come “a me mi”. Lei si ricorderà quando la maestra la sgridava perché “non si dice: a me mi”. Beh, qualche virtuoso della lingua se lo potrebbe anche permettere. Il pleonasmo a volte può essere appropriato. Ma non è il Suo caso. Lei, con tutti questi strafalcioni, rischia di finire dietro la lavagna.
“stupisce la continua insistenza sull’argomento, quando la delibera pubblica n. 1 del 30 giugno 2022, adottata dal Consiglio Giudiziario è assolutamente esaustiva”.
L’uso dell’avverbio “quando” con significato avversativo è ammesso e a noi piace perché denota originalità. Il problema è che la Sua scrittura, caro Segretario, è così piatta che non si comprende che utilizza “quando” per introdurre una frase con significato contrario alla premessa. Per rimediare basta poco: aggiunga “invece” dopo il “quando”. Ecco come suonerebbe la frase scritta in italiano corrente; “Stupisce l’insistenza sull’argomento quando invece la delibera…”. Va meglio, vero?
“riscontrando unanime riconoscimento per la puntuale e trasparente ricostruzione dell’accaduto”
Tagliamo corto: si dice “con unanime riconoscimento” oppure “riscontrando all’unanimità la puntuale…”. Come glielo dobbiamo dire di non esagerare? Non ripeta sempre due volte lo stesso concetto. Solo chi ha poche idee in testa, le vuole per forza esprimere tutte d’un fiato.
Veniamo alle conclusioni. Noi, Segretario, gliel’avevamo già detto. Prima di scrivere una pagina bisogna averne lette almeno cento. Lei dovrebbe iniziare dalle basi. Provi a leggere un libro, anziché limitarsi a leggere i comunicati stampa del Consiglio Giudiziario. Vanno bene anche i libri per bambini. Poi occorre che Lei acquisisca consapevolezza dei Suoi limiti. Se si hanno “attitudini” un po’ acerbe, bisogna farsi aiutare. Con tutti i soldi sperperati in consulenze bislacche, possibile che non si trovi una maestra in pensione che possa rivedere le Sue bozze prima di darle alla stampa. Guardi che i Suoi comunicati producono “l’effetto di minare la fiducia dei cittadini nel sistema di giustizia”. Sono Sue parole che descrivono benissimo la situazione. È preoccupante, Segretario, molto preoccupante.
TE