Inganno o default?
Lo Stato di San Marino ha tradito le promesse fatte con la risoluzione di Banca Cis. I depositi dei risparmiatori non saranno restituiti alla scadenza, ma convertiti in titoli di debito pubblico. Il Governo si rimangia gli impegni (e la legge). San Marino rischia di perdere ogni credibilità.

I cittadini insorgono dopo la decisione di emettere nuovi titoli di debito pubblico da parte dell’Esecutivo
“Al fine di acquisire le risorse finanziarie per gli interventi a sostegno e rilancio del sistema economico e finanziario e per il reperimento della liquidità anche a seguito dell’emergenza sanitaria, il Congresso di Stato è autorizzato a stipulare contratti di finanziamento o ad emettere, in una o più soluzioni, entro il 31 dicembre 2022, di Titoli del debito pubblico da collocarsi sul mercato nazionale o internazionale, sino a un ammontare complessivo di euro 130.000.000”. È questo ciò che prevede l’articolo 1 della Legge numero 94 del 2022. Tali Titoli del debito pubblico sono riservati in emissione alla Società di Gestione degli Attivi ex BNS S.p.A. in conformità al programma di risoluzione per un ammontare massimo di 53 milioni circa. In pratica si tratta della conversione delle attuali obbligazioni BNS, che sono già garantite dallo Stato, in Titoli di Stato. I quali, a loro volta, potrebbero essere “scontati” dalle banche ai possessori, compravenduti in buona sostanza. L’obiettivo è quindi quello di “sviluppare un mercato secondario, a San Marino, per iniziare a far circolare queste obbligazioni”, ha spiegato il Segretario alle Finanze, Marco Gatti. Questo è solo il primo passaggio, par di capire, perché nel caso servissero, con decreto il Congresso di Stato sarà inoltre autorizzato ad emettere titoli del debito pubblico, in una o più soluzioni, entro il 31 dicembre 2022, in conformità e per dare esecuzione a quanto disposto dal Decreto 126/2020, fino a un massimo di 150.000.000 euro sempre da destinarsi in via riservata alla Società di Gestione degli Attivi ex BNS S.p.A.
CARATTERISTICHE DEI TITOLI DI DEBITO PUBBLICO I Titoli del debito pubblico hanno tra le altre, le seguenti caratteristiche: valore nominale unitario del titolo non frazionabile in 1.000 euro (quindi il numero massimo di titoli oggetto di emissione è di 53.770); data di godimento iniziale: 22 luglio 2022; data di scadenza: 21 luglio 2032; durata: 10 anni; data pagamento cedola: 21 luglio di ogni anno, o, se non lavorativo, primo giorno lavorativo immediatamente successivo, senza riconoscimento di alcuna maggiorazione di interessi; prezzo di emissione: 100,00 per cento del valore nominale unitario; tasso fisso pari all’1,00 per cento annuo lordo; prezzo di rimborso a scadenza: 100,00 per cento del valore nominale unitario; prezzo di rimborso anticipato (eventuale): 100,00 per cento del valore nominale rimborsato. La Banca Centrale della Repubblica di San Marino, in qualità di Agente Pagatore, ai sensi dell’articolo 40, comma 1, lettera d) della Legge 29 giugno 2005 n.96, interviene, per conto dell’Emittente, nel regolamento delle operazioni di sottoscrizione, di pagamento delle cedole, di rimborso a scadenza e di eventuale rimborso anticipato dei titoli del debito pubblico oggetto dell’emissione. Il pagamento delle cedole e il rimborso a scadenza, sono eseguiti dall’Agente Pagatore previa messa a disposizione delle somme necessarie da parte dell’Emittente. La Banca Centrale della Repubblica di San Marino regola inoltre le operazioni sui conti intrattenuti presso la stessa Banca Centrale dai soggetti autorizzati all’esercizio dell’attività di cui alla lettera A dell’Allegato 1 alla Legge 17 novembre 2005 n.165 che aderiscono direttamente al servizio di deposito centrale di titoli operato dalla medesima Banca Centrale e al sistema di regolamento titoli gestito dalla stessa. I titoli del debito pubblico sono “al portatore” ed emessi in forma dematerializzata ai sensi dell’articolo 4 del Decreto Delegato 24 gennaio 2022 n.8. Gli interessi e gli altri redditi derivanti dai titoli del debito pubblico sono esenti dall’Imposta Generale sul Reddito.
Questa scelta ha però fatto imbestialire i cittadini che se la prendono con il Governo. “Ci sono in questo gruppo poveri risparmiatori ex CIS? Sapete che i soldi che ci avrebbero dovuto restituire questo venerdì sono stati “spostati” al 2032?! Titoli con un tasso del 1% mentre l’inflazione è all’8%!” Questo il messaggio in un gruppo Facebook di un cittadino. Una vergogna per molti, anche perché il Paese si è ampiamente indebitato, il Governo ha per esempio deciso di rimborsare i risparmiatori SMI e ora slitta di 10 anni la scadenza. Vedremo cosa scaturirà da questa scelta sebbene la tensione da parte dei risparmiatori Cis sia palpabile dopo questa decisione del Governo.