Fin che l’aereo va. San Marino e Skyline, quando i milioni valgono più delle sanzioni

Questo il punctum dolens del sistema sammarinese: la strutturale difficoltà o impossibilità di eseguire controlli, che si traduce in una irresponsabilità generalizzata per i molti che ne abusano. Per di più anche le istituzioni sammarinesi si accontentano di un controllo formale, burocratico, privo di effettività. Il leitmotiv è sempre lo stesso: San Marino è un piccolo Stato, non ha gli strumenti di cui dispongono i grandi paesi. In fin dei conti, le norme ci sono, se qualcuno non le rispetta non è colpa di San Marino.
Dev’essere stato per pensieri di questo tipo che la notizia del Corriere, subito ripresa dai giornali sammarinesi, non ha fatto suonare nessun allarme a San Marino. I politici hanno fatto spallucce, indispettiti perché un quotidiano italiano aveva osato sollevare dubbi. Qualche giorno fa è intervenuta anche l’Autorità per l’aviazione civile, che non pare abbia gradito il clamore mediatico. L’Autorità ha rilasciato un comunicato che non chiarisce granchè(https://www.sanmarinortv.sm/news/comunicati-c9/autorita-per-l-aviazione-civile-la-navigazione-marittima-e-l-omologazione-a224929).
In sostanza l’Autorità per l’aviazione civile ha affermato di aver fatto tutto ciò che doveva fare, assicurando che “continuerà ad esercitare le funzioni che le competono nel rispetto delle normative pro-tempore in vigore tutelando la reputazione della Repubblica e del suo Registro Aeronautico”. L’Autorità per l’aviazione civile ha spiegato che la società Skyline è in liquidazione già dal 26 novembre 2021 e che “pertanto, è facilmente intuibile come l’attività della compagnia aerea sia terminata antecedentemente al conflitto Russo-Ucraino”.
Qualcosa ci sfugge. Vogliamo credere che solo perché una società è in liquidazione, i suoi beni cessano di esistere? Proprio no. Le cose non stanno così. La società in liquidazione non può più svolgere attività commerciale, ma questo non vuol dire che i suoi aerei non volino più. La stessa Autorità sammarinese per l’aviazione civile è stata costretta ad ammettere che nel mese di febbraio il jet T7-7AA è stato bloccato dall’autorità aeroportuali francesi. Ciò dimostra che l’aereo continuava a volare. Invece secondo l’Autorità sammarinese il velivolo non è più gestito dalla Skyline dal 25 maggio 2018. Peccato che il comunicato non dica perché Skyline non lo gestisca più e chi lo gestisca adesso. Per sapere se quell’aereo continua a volare, se è ancora immatricolato a San Marino e chi lo gestisce attualmente, abbiamo dovuto leggere il giornale tedesco Welt (https://www.welt.de/politik/deutschland/article239305823/Russland-Sanktionen-Oligarchen-Jets-fliegen-weiter-in-EU-Luftraum.html?icid=search.product.onsitesearch) . Essendosi presa il disturbo di intervenire, l’Autorità sammarinese avrebbe potuto dire se il famoso jet continua a battere bandiera sammarinese o meno. Invece il comunicato è pieno di verità dogmatiche che convincono poco. Ad esempio, l’Autorità sammarinese spiega di aver “provveduto, ottemperando ai dettami normativi, a congelare gli aeromobiliriconducibili ai soggetti che risultano inseriti nelle relative liste dell’Unione Europea” e ha fatto anche di più, perché ha emanato una disposizione che vieta agli aerei immatricolati a San Marino di sorvolare lo spazio aereo ucraino e russo. Sarà anche “congelato”, ma l’aereo della società sammarinese in liquidazione pare che abbia i motori belli caldi.
In ogni caso, il problema è sempre lo stesso. Le norme ci sono ma non sappiamo se le autorità preposte hanno intenzione di applicarle. Se San Marino non vuole finire ancora nel tritacarne deve dimostrare che alle parole seguono i fatti.
Come ricorda il sito Europa Today, lo scorso 27 febbraio la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, aveva annunciato che non ci sarebbe stata nessuna tolleranza per i voli dei ricchi uomini d’affari russisanzionati perché fedeli dal presidente Vladimir Putin. Però i jet continuano a volare indisturbati, almeno nell’Ue, secondo quanto denunciato dal quotidiano tedesco Welt. Stando a Welt, infatti, almeno 30 velivoli, tra jet ed elicotteri, riconducibili a oligarchi della lista nera dell’Ue, hanno potuto viaggiare in questi mesi senza conseguenze. Tra questi aerei c’è anche un aereo Bombardier immatricolato a San Marino e gestito da una compagnia svizzera. Secondo Welt, è di proprietà dell’uomo d’affari russo Albert Avdolyan. Tuttavia, il 2 marzo il jet è stato in grado di volare da Nizza a Istanbul.
“Applicare sanzioni contro jet ed elicotteri registrati al di fuori della Russia e di proprietà di società non russe è a volte più difficile a causa di strutture di proprietà poco chiare“. Queste sono le parole che un funzionario dell’Ue ha riferito al quotidiano tedesco. Europa Today fa notare che è un po’ come le navi che trasportano il petrolio russo sotto bandiera di un altro Stato, spesso un paradiso fiscale.
Ecco perché San Marino non può liberarsi del problema dicendo che la società è in liquidazione. Non vorremmo dover leggere ancora una volta il nome di San Marino questa volta sul New York Times o sul Guardian, che già ci sta lavorando (https://www.theguardian.com/world/2022/mar/31/jets-linked-to-russian-oligarchs-appear-to-have-kept-flying-despite-sanctions ).
Nel comunicato dell’Autorità per l’aviazione civile si parla di controlli per riciclaggio, ma non si dice se tali controlli sono stati fatti. L’autorità per l’aviazione civile ha letto il bilancio della Skyline? Si sa da dove provenivano i milioni di euro accreditati sul conto della società e dove sono finiti? La procedura di liquidazione a che punto sta? Il professionista che “seguiva” la Skyline Aviation ha altre società nelle stesse condizioni?
Noi abbiamo qualche ipotesi in testa, speriamo di non dover scoprire che avevamo ragione.
TE