Se neanche Canzio può farcela

Lo scorso 2 marzo il quotidiano l’Informazione ha pubblicato la notizia che il fascicolo relativo alla Serenissima era stato archiviato. Il giornalista Antonio Fabbri ha spiegato che l’indagine aveva preso avvio da un esposto che il Segretario Roberto Ciavatta aveva presentato il 3 marzo 2021. Pochi giorni dopo, l’11 marzo 2021, il Dirigente Canzio aveva disposto l’apertura di apposito procedimento penale per il reato di esercizio abusivo della professione giornalistica. Da qui le indagini nei confronti di comuni cittadini, rei di aver espresso la loro opinione sul quotidiano La Serenissima.
L’archiviazione del procedimento perché il fatto non sussiste è sembrata ai più una sonora sconfessione del Segretario Ciavatta, ma anche del Dott. Canzio, il cui operato è stato criticato dalle forze d’opposizione. Repubblica Futura ha fatto notare che non rientra tra le prerogative del Dirigente l’apertura dei fascicoli e che il precedente Dirigente, Giovanni Guzzetta, per fatti molto meno gravi, era stato sommerso da censure proprio da parte di Roberto Ciavatta di altri esponenti politici, che oggi, sono al governo. Libera, lo scorso 30 maggio, ha presentato un’interpellanza per sapere dal Governo se il dirigente del Tribunale, Canzio abbia agito secondo le sue prerogative o se il suo operato configuri un abuso di potere.
Le forze di maggioranza hanno preso le difese del Dirigente di cui hanno ricordato la carriera specchiata, la grande fama, l’esperienza e la correttezza.
Fino a qui tutto come sempre. Si tratta della solita dialettica politica. Ciò che invece rappresenta una novità è l’intervento del Dirigente, non tramite un suo comunicato, ma attraverso le parole pronunciate in Consiglio Giudiziario e poi riprese dagli organi di informazione. Canzio ha abbandonato il tono felpato e formale che lo connota e, senza mezzi termini, ha definito calunniose le ricostruzioni dei fatti apparse sulla stampa, chiedendo che fosse reso pubblico il suo intervento in Commissione Giustizia.
Il 30 maggio il Consiglio Giudiziario ha diffuso un comunicato con cui ribadiva che Canzio aveva operato correttamente e ha stigmatizzato i toni e comportamenti non consoni di chi lo aveva criticato.
Come se non bastasse, l’indomani in Commissione Giustizia è stata messa in discussione la richiesta avanzata da Canzio di pubblicare il suo intervento. Il Consigliere Renzi ha fatto notare che gli esponenti di governo, nella scorsa legislatura, quando erano all’opposizione, avevano pervicacemente affermato l’assoluta segretezza degli atti della Commissione.
Ma occorre procedere con ordine.
Non si può che condividere la stima per il Dott. Giovanni Canzio, di cui è a tutti noto l’alto profilo, la professionalità e l’impegno.
Proprio per questi innegabili meriti, è utile esporre delle riflessioni nel tentativo, che speriamo non sia vano, di rasserenare gli animi e superare le incomprensioni.
La giustizia è la chiave di volta della democrazia, un passaggio fondamentale per assicurare un futuro di libertà e di prosperità. È necessario che sia efficiente, autonoma (mantenendola distante dalla politica), equilibrata, uniforme e al passo coi tempi. Diversamente la politica continuerà impunemente a dominare ogni ambito della vita dei sammarinesi.
Ma la giustizia di un paese democratico deve essere trasparente.
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