La doppia faccia di Matteo Ciacci

Chi decide di rivestire un ruolo pubblico di guida di una comunità, grande o piccola che sia, deve innanzitutto salvaguardare i valori che essa esprime e possibilmente elevarli. Non crediamo, quindi, che un uomo politico, quando il suo privato contraddice i valori professati pubblicamente, possa permettersi la distinzione tra vita pubblica e vita privata. Questo distinguo non tiene conto che, tranne che si tratti di totale ipocrisia, non è possibile nello stesso tempo avere comportamenti differenti negli affari pubblici e in quelli privati. Coloro che si fanno portatori della difesa di alcuni valori nella vita pubblica e li calpestano nella vita privata costruiscono una facciatadietro alla quale si nasconde ben altro. Occorre ritornare a una politica che sappia educare ai principi che ruotano attorno al rispetto degli altri, a partire dal rispetto verso le donne “sentito”, non soltanto “dichiarato”. Diciamolo più chiaramente non è possibile essere progressisti in materia di parità e rispetto quando si punta al voto dell’elettorato femminile e, al tempo stesso, comportarsi da uomo-padrone nel proprio privato. È per questo che non può esistere differenza tra vita pubblica e vita privata di un politico: la persona vera è sempre soltanto una. Questo non significa che dobbiamo impicciarci delle questioni private di qualcuno, ma i membri di una comunità che ha come valore fondante la parità e il rispetto dell’altro, hanno il diritto di esigere che la condotta dei propri rappresentanti sia coerente con questi valori. In altre parole occorre che tutti i politici e tutti coloro che ricoprono cariche pubbliche abbiano a cuore i valori civili, morali fondanti la comunità sammarinese.
Per questo diciamo che le dichiarazioni di Matteo Ciacci sono state inopportune e improvvide. Anziché giustificare i fatti come accadimenti privati oggetto di strumentalizzazioni, avremmo voluto che ci rassicurasse che quei fattilui non li ha mai commessi e non li commetterebbe mai.
LG