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Il pianello deserto il 1° aprile. L`Antica Terra senza Libertà.

Il 1° aprile 2022 per l`insediamento della Reggenza è stata impressionante la fotografia della Piazza della Libertàcompletamente vuota. Eppure il giorno era molto speciale perché a San Marino è diventato Capitano Reggente un uomo appartenente alla comunità Lgbtq+, il primo Capo di Stato al mondo. Un avvenimento ripreso dai media internazionali. Ma nonostante la risonanza dell’evento, sul Pianello c’era solo la guardia nobile, con la fugace comparsa di coloro che, per obbligo o per routine, non possono mancare alla cerimonia. Oltre a questi c’erano una decina di persone che speravano che un fotografo li immortalasse insieme alla Ministra Cartabia. Sì, perché tra i motivi di richiamo, c’era pure la presenza del Guardasigilli italiano in qualità di oratore ufficiale. Neanche questa illustre presenza, però, è stata sufficiente a richiamare la gente.  

Ma perché così poche persone hanno partecipato al più importante evento istituzionale della Repubblica?

Viene da pensare che quella foto di una piazza semivuota, con la sola presenza delle milizia con pennacchi e mostrine in bellavista, sia il simbolo del crescente distacco tra la gente comune e le istituzioni sammarinesi, anche le più alte e prestigiose.

La crisi morale e istituzionale in cui da vario tempo si dibatte la classe politica, unita alla mai superata emergenza economica e finanziaria, hanno fatto sì che chi governa lo Stato sembra aver intrapreso la strada dalla sola sopravvivenza.

I politici sembrano sempre più in balia degli eventi, incapaci di risolverli tendono a rimandarli. Nel frattempo il malcontento e la disillusione della gente è sempre più evidente. Dopo anni di recessione, a San Marino si è aggiunta anche l’emergenza sanitaria che è divenuta anch’essa pretesto per non fare niente, chiudere tutti in casa e limitare le libertà economiche, di movimento e di parola dei cittadini.

Per mesi i sammarinesi sono stati costretti in casa, poi hanno potuto fruire di qualche ora d’aria, infine sono stati rispediti a lavorare con la mascherina. Non per tutti è stato uguale, però. Perché se la gente comune era ristretta ai domiciliari a causa delle nuove regole imposte dal governo, i politici quelle regole non le hanno rispettate. Proprio un anno fa, in occasione del 1° aprile, a San Marino un codazzo di politici e qualche loro amico, sono andati in processione in un garage di via Giacomini a festeggiare la nomina dei Reggenti. Loro festeggiavano mentre la gente se ne stava a casa,pena una sanzione salata comminata dalle forze dell’ordine. Ne e ‘seguita una grande indignazione popolare, ma il Collegio Garante decise che il Reggente coinvolto non era sindacabile per quel festino, perché non l’aveva organizzato come reggente, ma come un quisque de populo. Questa spiegazione ha fatto storcere il naso a molti perché se non era sindacabile come Capitano Reggente una bella sanzione amministrativa non gliela poteva cavare nessuno. Mica niente di eccezionale, il governo aveva fatto un decreto per sanzionare chi non si atteneva alle prescrizioni anti Covid, e in questo caso si era di fronte ad una violazione flagrante, con tanto di foto in prima pagina di vari quotidiani. I giornali  avevano anche riferito che la Gendarmeria stava conducendo indagini. Finito il semestre quella sanzione doveva essere applicata. Invece nulla si è saputo. Il silenzio, in questi casi, sta a dimostrare una cosa, ossia che la sanzione è rimasta nel cassetto di qualche ufficio. Cosi sembra che a San Marino, i politici siano immuni da responsabilità sia quando agiscono come istituzione sia quando agiscono come privati cittadini. Con buona pace dell’uguaglianza. 

Con queste premesse sembrava evidente la deriva del potere.

In effetti a San Marino la crisi morale della politica ha raggiunto il suo apice negli ultimi mesi con un Segretario di Stato che ha invocato l’intervento del tribunale per zittire cittadine e cittadini che avevano osato scrivere le proprie opinioni su un giornale locale. Per finire con la recente levata di scudi di tutta la maggioranza per soffocare la  profonda indignazione e lo sconcerto provocato dagli inusitati comportamenti di S.E. Giacomo Simoncini. Se la gente parlava dei gravi fatti compiuti dalla massima carica dello Stato, il governo tuonava contro il vile attacco alla Reggenza.  

Il governo ha dichiarato che non se ne può parlare fino al 2 aprile. Il tempo necessario per preparare la difesa di Simoncini che, appena sceso dallo scranno reggenziale, si è adoperato per diffondere un comunicato che suona più come un attacco piuttosto che una difesa.  

Nel frattempo si sta sollevando la solita cortina fumogena per impedire che si faccia chiarezza sui fatti. La situazione è così compromessa e poco difendibile che i cortigiani del potere sono costretti a riesumare i vecchi cavalli di battaglia che hanno portato sull’altare l’attuale maggioranza. E allora vengono rispolverati i vecchi slogan e vengono sbandierate le foto dei nemici. Vuoi vedere che è tutta colpa di Grandoni e di Celli? Vuoi vedere che sono stati loro, magari insieme a Confuorti, ad aver teso un’imboscata al povero ingenuo ex Reggente Simoncini?.

Nessuno che si chieda quale merito avesse avuto Simoncini per salire a quella carica e se avesse le qualità personali e morali per comprendere il valore del suo semestre Reggenziale.

Poi non ci deve scandalizzare quando qualcuno sbianchetta la parola libertà che campeggia al confine della Repubblica di San Marino. Non si è trattato di una goliardata, come qualcuno ha preferito liquidare la questione. La Liberta non è stata cancellata o messa in grave pericolo da qualche buontempone, ma da unaclasse dirigente che sembra incapace di farsi carico delle iniziative necessarie per superare la stagnazione economica e istituzionale che attanaglia il Paese.  

Le uniche riforme che sono passate sono quelle che riguardano il maggiore sponsor del governo in carica: il tribunale. Non è uno scherzo. Tutt’altro, ma questa è un altra storia.  

LG

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