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La Tonnini contro la stampa. Vietato dire la verità. Vietato dire che il re è nudo, pardon, il Capitano Reggente.

La Tonnini vuole mettere il bavaglio alla stampa. Elena Tonnini, il fantasma della Parva Domus, appellativo coniato dal consigliere Renzi per spiegare che da quando la signora ha assunto il ruolo di Segretario agli interni è scomparsa dalla scena politica. Non che sia apparsa in quella tecnica perché essendo all`oscuro delle materie delle quali dovrebbe occuparsi si limita a firmare atti scritti da altri e in tanti pensano che non ne comprenda il significato.
Il 22 marzo 2022 alla conferenza stampa che tre Segretari di Stato hanno tenuto all’indomani dello scandalo che ha coinvolto uno dei Capitani Reggenti, ha particolarmente colpito l’intervento proprio del Segretario Tonnini che, dopo aver usato frasi di circostanza sulle donne vittime di violenza, ha attaccato il giornale che per primo ha diffuso la notizia.
Il Segretario Tonnini ha bollato la pubblicazione della notizia come un «attacco vile» una «ferita» per l’istituzione reggenziale. Dichiarazioni pesanti, non solo per i termini in cui sono state espresse, ma anche perché hanno l’effetto di esporre in cattiva luce – paradossalmente – la Reggenza, a favore della quale sarebbero state pronunciate.
È opinione comune, infatti, che il prestigio della suprema magistratura non venga garantito dalla censura o dalle azioni giudiziarie contro i giornalisti, ma anzitutto prendendo coscienza e intervenendo laddove chi ricopre quel ruolo dimostri di non esserne all’altezza.
Quello del Segretario agli Interni è un intervento inquietante perché invoca la censura per tutelare le istituzioni contro la libertà di cronaca e perché soffoca il diritto di tutti i cittadini di conoscere i fatti, certamente gravi, che avvengono all’interno del Palazzo.
Quello che sta succedendo a San Marino in queste settimane, con cittadini messi sotto indagine per aver espresso la loro opinione su giornali e con la stampa continuamente minacciata con l’arma della denuncia, è un’occasione che fa riflettere sulle libertà fondamentali e su come queste libertà vengano declinate dal potere costituito.
Si può considerare libero un paese in cui il governo vuole impedire ogni interazione, ogni critica della sfera politica da parte degli organi di informazione e da parte dell’opinione pubblica?
A San Marino il governo sembra aver attuato una lotta contro l’informazione, la libertà di opinione e di manifestazione del pensiero, basti pensare al fatto che le cesoie intervengono sempre, con tagli puntualmente motivati, contro le voci dissenzienti. Ogni singolo contesto storico-sociale ha la responsabilità di dettare le proprie regole del gioco, di dare le carte. Quello attuale sta ponendo le condizioni per una evoluzione autoritaria.
Non può essere trascurata l’incredibile trasformazione che ha riguardato il movimento Rete e i suoi militanti. Non molti anni fa sfilavano in piazza indossando maschere bianche per protestare contro l’insediamento della Reggenza composta da Gabriele Gatti e Matteo Fiorini.
Se tale manifestazione la si misurasse col metro del Segretario Tonnini quella manifestazione di dissenso fu certamente lesiva del prestigio della Reggenza, ma allora nessuno fiatò.
Adesso che gli epigoni mascherati sono diventati forza di governo, quegli stessi manifestanti si sono trasformati in fieri ed impavidi sostenitori delle più retrive idee antidemocratiche.
Proprio loro sono diventati degli oltranzisti codini che, in nome del prestigio delle istituzioni, promuovono il silenzio e l’omertà come valore.
LG