Segretario Ugolini, che disastro!

Oggi commentiamo l`ultimo sgangherato comunicato del Segretario Ugolini. Buon divertimento.
Ecco il comunicato pubblicato da RTV
C’è una preoccupante distonia nelle ultime prese di posizione contro il Tribunale da parte delle forze politiche di opposizione che con una mano fingono di aver apprezzato l’avviato percorso di riforma del codice di procedura penale e con l’altra gettano fango indiscriminatamente, dimostrando una forma allarmante di insofferenza verso la completa indipendenza della magistratura dal potere politico. Dopo anni di immobilismo e conflitti scaturiti nella passata legislatura sul tema della Giustizia, l’attuale opposizione non trova di meglio da fare che gettare ombre su figure autorevoli e rappresentative quali membri del Collegio Garante, Avvocati e Magistrati. Come Segreteria ci dissociamo da tutti gli attacchi fatti al Magistrato Dirigente Giovanni Canzio ed a tutti gli organi istituzionali che, contrariamente da quanto possa insinuarsi, hanno lavorato ad un processo riformatore che porta lo Stato di diritto della Repubblica di San Marino ai più alti livelli di standard internazionale. La politica non deve ingerire mai nelle azioni della magistratura e, indipendentemente dalle aspettative che ognuno può avere dai processi, le sentenze vanno rispettate. È irresponsabile continuare ad alimentare strumentalizzazioni politiche su atti che hanno un carattere prettamente processuale. Esistono due differenti piani di giudizio: quello politico, che affida alla cittadinanza la scelta dei propri rappresentanti, e quello puramente giudiziario, di esclusiva competenza della Magistratura. Giudizi che viaggiano su binari separati e che devono sempre restare distinti. Le riforme attuate mirano proprio a garantire uno Stato di diritto pieno e di giustizia equa, differentemente da quanto avvenuto nel recente passato.
Ci dica, Segretario, che cosa significa «con una mano fingono di aver apprezzato»? Ci spieghi come si fa a fingere con una mano? Le sue nozioni di anatomia differiscono dalle nostre. Ha riletto questa frase prima di inviarla ai giornali? Voto 3
«Dopo anni di immobilismo e conflitti scaturiti nella passata legislatura sul tema della Giustizia». Ci risiamo, il verbo scaturire non ci sta. Capisco che per Lei la scorsa legislatura sia stato un periodo bruttissimo, perché il suo partito non era al governo, però i conflitti non scaturiscono «nel» passato ma semmai «dal» passato. Per dirla tutta, il verbo scaturire non va bene. Se proprio voleva, avrebbe dovuto usare il verbo sorgere o un sinonimo. Voto 4
«non trova di meglio da fare che gettare ombre» Caro Segretario Ugolini, Lei sta descrivendo un fenomeno fisico che noi ignoravamo. Come si gettano le ombre? Non sapevamo neppure che le ombre si potessero gettare, si figuri la sorpresa nell’apprendere che addirittura si possono gettare sulle persone. Secondo Lei le ombre si devono gettare nell’indifferenziata o nel bidone del vetro? Forse l’Accademia della Crusca, in cambio delle sue ombre gettate, Le potrebbe fornire la luce della conoscenza linguistica. Voto 1
«Magistrato Dirigente Giovanni Canzio». Segretario, non ha ancora capito che il Dott. Canzio a San Marino non è un magistrato? Crediamo che Lei dovrebbe saperlo visto e che il Segretario alla Giustizia. È il minimo sindacale. Almeno quello. Voto 0
«contrariamente da quanto possa insinuarsi». Semmai «contrariamente a» e non «contrariamente da». E poi dire che qualcosa «possa insinuarsi» significa che è plausibile sostenere il contrario di quello che lei sta scrivendo. Non crediamo che Lei abbia vedute così aperte. Semplicemente ha fatto un altro scivolone. Voto 2
«un processo riformatore che porta lo Stato di diritto della Repubblica di San Marino ai più alti livelli di standard internazionale». Caro Segretario, qui ha fatto un passo più lungo della gamba e il capitombolo era inevitabile. Ha tentato un tuffo carpiato con avvitamento, ma ha dato una panciata goffa e dolorosa. Capita a tutti. Ma, purtroppo, Lei è un Segretario e i suoi sfondoni portano discredito alla Sua Segretaria e al Governo. Lo Stato di Diritto non si può «portare» né su né giù. Quello che si può alzare o abbassare (elevare o ridurre) sono gli standard o i livelli. Gli standard e i livelli, però, sono concetti diversi tra loro e non si possono usare alla rinfusa come fa Lei. Forse stava pensando a quando si mettono i bambini contro il muro e si segna la loro altezza mettendo una tacca sulla parete. Bene, la misurazione del livello di civiltà giuridica di un Paese non viene fatta a quel modo. Voto 2.
«La politica non deve ingerire mai nelle azioni della magistratura». “Ingerire” ha due significati. Significa “mangiare”, “mandare giù”, “deglutire”. Invece, se usato in forma riflessiva, significa “intromettersi”. Lei, Segretario aveva il 50% delle possibilità di dirla giusta, ma come era facile prevedere, ha scelto la metà sbagliata. Così ha detto che la politica non deve “mangiare”. In effetti sappiamo che la politica ha dimostrato di essere molto vorace. Nella sentenza alla quale Lei fa riferimento c’è scritto che “figure rappresentative” (per usare le Sue parole) del Suo partito hanno rubato a più non posso e hanno usato la politica per depredare il Paese. Lei, però, voleva dire che la politica non si dovrebbe intromettere nell’attività della magistratura. Beh, non c’è riuscito. Segretario, se non riesce neanche a dirlo, come può assicurare l’indipendenza della magistratura? Lei è la dimostrazione vivente che la giustizia sammarinese è morta. Voto -3
“Esistono due differenti piani di giudizio: quello politico, che affida alla cittadinanza la scelta dei propri rappresentanti, e quello puramente giudiziario, di esclusiva competenza della Magistratura”. Ma come Le è venuta in mente una baggianata del genere? Davvero secondo Lei il giudizio politico lo esprime la gente al momento delle elezioni. Quindi, secondo Lei, tra un’elezione e l’altra, solo la magistratura può esprimere giudizi? Ma se è così, Lei che cosa ci sta a fare? Quelli che Lei fa quotidianamente sono atti politici, con implicazioni politiche e che presuppongono valutazioni politiche. Il fatto che Lei sia così poco capace e che la sua gestione della giustizia sia fallimentare non c’entra. Anche gli incapaci esprimono giudizi (solitamente sbagliati). Le sentenze si possono commentare eccome. Ha mai sentito parlare di libertà di pensiero o di opinione? Bene, la libertà di giudizio è la stessa cosa. Anche la politica ha questa libertà. Il problema non è che la politica esprima giudizi politici, il problema è che la politica crea i presupposti perché i giudizi della magistratura siano orientati secondo la volontà dei politici. Leggi che introducono interpretazioni autentiche con effetti retroattivi, magistrati nominati secondo criteri diversi dal merito costituiscono gravi lesioni alla separazione dei poteri. Lei lo sa bene, Segretario. Un membro della Sua Segreteria è diventato uditore in base a un concorso il cui risultato noi avevamo anticipato almeno un mese prima. Un consiglio, si legga la Repubblica di Platone. Ne trarrà giovamento, se riesce a capirla. Voto -2
“Le riforme attuate mirano proprio a garantire uno Stato di diritto pieno e di giustizia equa, differentemente da quanto avvenuto nel recente passato“. Le parole «e di giustizia equa» stanno lì in equilibrio precario. Non si reggono a niente. Perché quel genitivo? A che cosa è collegato? Voleva dire che esiste uno “Stato di giustizia equa”? Per noi è un’espressione nuova, di cui ignoriamo il significato. Sappiamo che cos’è lo Stato di diritto, facciamo fatica a capire l’aggettivo “pieno”, ma passi, Invece i conti non tornano proprio con l’espressione “di giustizia equa”. Ha voluto fare un gioco di parole? Giustizia, equità, giustizia equa, equità giusta? Noi non l’abbiamo capito.
L’avverbio “differentemente” in italiano esiste, ma, glielo diciamo senza timori, è proprio brutto. Nessuno lo usa più. Se non vuole sembrare uno straniero che prova a parlare italiano, Le consigliamo di usare “diversamente”. Per dirla tutta, Lei abusa degli avverbi, soprattutto di quelli modali, che andrebbero usati con moderazione. Prima di scriverli si chieda sempre: è proprio necessario? Vedrà che dopo un po’ riuscirà a farne a meno. Deve imparare a esprimere idee chiare e intelligenti, anziché scrivere banalità infarcendole di paroloni di cui non capisce il significato. Poco è bene. Anzi Le ribadiamo quello che già Le avevamo scritto in un’altra occasione. Si attenga al più rigoroso silenzio, almeno fino a che non avrà imparato a destreggiarsi con l’uso della lingua italiana. Nel frattempo si deve esercitare. Mezz’ora al giorno di studio e mezz’ora di ripasso. Ci sono tante maestre in pensione che non vedono l’ora di darle un aiuto. Lei ne trarrebbe vantaggio e loro magari riusciranno a fare il miracolo. Voto 2, ma siamo generosi.
E, ora, per favore apprenda l’arte di tacere. Sparga la voce che ha la raucedine e che non può parlare. Si fasci una mano dicendo che ha una brutta slogatura che le impedisce di scrivere. Se proprio non può evitare di esprimere il Suo pensiero (si, lo sappiamo, è pericoloso usare la parola “pensiero”, riferendosi alle Sue dichiarazioni, ma noi Le vogliamo bene) può sempre fare come i suoi colleghi, che non avendone le capacità, si avvalgono di consulenti e di giornalisti in aspettativa per redigere i comunicati. Tanto, qualche migliaia di euro in più o in meno che vuole che sia.
E non si butti giù. Si ricordi che Lei è un esempio per tutti. Lei dimostra che si può sedere nella stanza dei bottoni anche senza avere alcuna attitudine. Grazie a Lei molte persone che erano insicure, perché non si sentivano all’altezza, hanno acquisito fiducia in sé stesse. È una gran bella cosa quando la gente dice: se ce l’ha fatta Ugolini, posso farcela anche io.
LP